Intervista a Uta Ranke-Heinemann, a cura di Elisabeth Lind in “dersstandard.at” del 22 settembre 2011.
Papa Benedetto visita la Germania, suo paese natale. Sei anni fa i tedeschi esultavano per il “loro” papa, ora gli viene preparata solo una “tiepida” accoglienza. Perché i tedeschi hanno perso il loro entusiasmo?
Non è solo “tiepida accoglienza”, c'è piuttosto una vivace protesta. Credo che la cosa peggiore che questo papa si sia permesso, è la faccenda dei casi di abuso. Infatti dal 2001 ad oggi non ha ancora ritirato il suo scritto “De Delictis gravioribus” (Sui delitti più gravi).
In quello scritto, a cui lei ha appena fatto riferimento, si parla di una lettera che Ratzinger nelle sue funzioni come prefetto della congregazione per la dottrina della fede (ex inquisizione) ha inviato a tutti i vescovi. Esattamente. Non una parola per le vittime. A tutti i vescovi si intima, pena la scomunica, di trasmettere tutti i casi di abuso esclusivamente al Vaticano come corte di giustizia apostolica, il che ha come conseguenza la totale impossibilità di attivare procedimenti giudiziari per i tribunali degli Stati, e porta ad un continuo trasferimento dei preti e dei religiosi pedofili, che dopo una “terapia” continuano a perpetrare per decenni i loro crimini. Tale scritto non lo ha finora ritirato. Solo, di tanto in tanto, versa lacrime di coccodrillo, quando incontra in vari paesi vittime di abusi.
Tuttavia, un anno fa, Joseph Ratzinger ha presentato per la prima volta come papa le sue scuse alle vittime e ha promesso che sarebbe stato fatto di tutto per evitare che gli abusi si ripetessero. Lei crede a questo cambiamento? No, questo papa cambia solo di male in peggio. Gli sono stata fedele per più di cinquant'anni, da quando nel 1953/54 abbiamo studiato insieme per un anno a Monaco e ci siamo aiutati reciprocamente a tradurre in latino le nostre rispettive tesi di dottorato. Lo ritenevo un teologo intelligente e riservato. Solo nel 2005, quando è diventato papa, mi si sono aperti gli occhi.
Allora, crede che la critica attuale dei tedeschi a papa Benedetto XVI dipenda principalmente dal modo in cui il papa si è occupato dei casi di abuso? Certamente. Ma c'è anche una seconda cosa che fa orrore. Per Benedetto XVI i preservativi sono permessi solo “per prostituti maschi”, come dice nel libro del 2010 “Luce del mondo”. Perché pensa a “prostituti maschi”, consegnando invece al fuoco eterno dell'inferno le mogli che usano il preservativo per difendersi dal contagio dell'AIDS? Papa Benedetto coglie ogni occasione per – se non annullare – almeno “ascetizzare”, “eunuchizzare”, “monacheizzare” e “celibatizzare” il matrimonio. Perché non si allontana alla fine dalle camere matrimoniali, che sono diventate nel frattempo il luogo del suo massimo soggiorno per il controllo dei rapporti? Con la sua teologia del preservativo ha pervertito l'annuncio evangelico di Gesù in un annuncio di bordello per prostituti maschi. Al resto della popolazione che non si prostituisce predica il fuoco eterno dell'inferno. Accuso papa Benedetto per il suo micidiale raggiro dell'umanità.
Perché pensa che così tante persone in tutto il mondo si allontanano dalla Chiesa cattolica?
Per 26 anni ho avuto da ridire su papa Giovanni Paolo II. Poi, quando Benedetto è diventato papa, mi è stato chiaro nel giro di un paio di mesi, che tutta la politica del Vaticano già dal 1981 (quando Ratzinger è diventato prefetto della congregazione per la dottrina della fede) dipendeva da Joseph Ratzinger. È stata la più grande delusione della mia vita. Non mi sono mai sbagliata così tanto.
In Austria c'è una iniziativa, che invita alla rivoluzione dei fedeli e alla disobbedienza al papa. Tra le altre cose, si chiede l'ammissione delle donne e delle persone sposate al presbiterato, la comunione per i divorziati risposati ed un cambiamento per il celibato. Anche in Germania c'è un ampio dialogo a favore di riforme nella Chiesa. Quali opportunità vede per queste iniziative?
C'è il rischio di una spaccatura tra chi è in alto e chi è in basso. Tutti quelli che si mettono in testa cappelli da carnevale, dal vescovo al cardinale fino al papa, non vengono più accettati. Ma i semplici preti, che sono sempre pronti ad annunciare la buona notizia di Gesù: “non cercare ricompense, fare del bene ai nemici”, e ad aiutare, e comunque tutte le donne, a poco a poco si staccheranno dai pastori di grado superiore. Da 2000 anni, tutti i pastori sono uomini, tutte le donne pecore. L'allontanamento delle donne sotto gli ultimi due papi ha raggiunto il punto massimo, e anche il punto finale. Una spaccatura tra la gerarchia e il popolo è possibile.
Uta Ranke-Heinemann è stata la prima donna al mondo ad aver ottenuto una cattedra di teologia cattolica (1970), che poi ha perso (1987) per i suoi dubbi sull'immacolata concezione. Nel 1953/54 è stata compagna di studi di Joseph Ratzinger a Monaco. I suoi due libri “Eunuchi per il Regno dei cieli. Chiesa cattolica e Sessualità” e “No! e così sia” sono bestseller internazionali.
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