Ad accoglierlo, domani a Berlino, saranno una cancelliera, Angela Merkel, protestante, un sindaco e un ministro degli esteri gay dichiarati (Klaus Wowereit e Guido Westerwelle) e un unico cattolico, il presidente della repubblica Christan Wulff. Che però, divorziato e risposato, è diventato in Germania il simbolo del disagio di chi vive una condizione non accettata dalla Chiesa. Per Benedetto XVI è un segnale: il suo terzo viaggio in terra tedesca(il primo in veste ufficiale) inizia in salita. Sono lontani i tempi subito successivi alla sua elezione, in cui l’ orgoglio nazionale faceva di Joseph Ratzinger una delle figure più popolari di Germania, fino a giustificare l’ormai celebre titolo della Bild: «Siamo diventati Papa».
La Chiesa tedesca, e la stessa figura del Pontefice, vivono oggi un periodo di crisi. E all’attacco non sono solo i settimanali amburghesi di tradizione protestante come Der Spiegel (che gli ha dedicato l’ultima copertina: «L’ incorreggibile»). Perfino la tradizionalista Frankfurter Allgemeine Zeitung parla di uno «scarso interesse, che è lo specchio dell’atteggiamento della maggioranza dei cattolici tedeschi verso il loro Papa e lo specchio della situazione interna della Chiesa in Germania».
Così a segnare il giovedì berlinese di Benedetto XVI potrebbero essere le polemiche, mentre rischia di passare in second’ordine la messa serale allo stadio Olimpico (le previsioni parlano di 70mila persone). Il primo appuntamento delicato sarà il discorso al Bundestag: un centinaio di deputati (su poco più 600) hanno già dichiarato che non ci saranno.
Molti hanno dato la loro adesione alla manifestazione organizzata da una settantina di movimenti di base che sfilerà nel centro della capitale (qui si attendono tra le 15 e le 20mila persone). Al centro della protesta ci sono tutti i temi più caldi che negli ultimi anni hanno reso difficile il rapporto tra gerarchie e parte della società tedesca: l’atteggiamento verso gli omosessuali e le donne, il celibato dei preti, la severità verso le coppie divorziate, gli scandali nati dalle vicende di pedofilia. E i manifestanti ripeteranno le accuse, già rimbalzate sui giornali, relative al costo della visita papale, circa 30 milioni, contro i due stanziati fino ad ora per le vittime degli abusi sessuali.
Il problema è che su alcuni di questi temi è la stessa Chiesa a essere divisa al proprio interno.
Ha fatto scalpore, per esempio, un’intervista del presidente della Conferenza episcopale Robert Zollitsch concessa ai primi di settembre al settimanale die Zeit, in cui il prelato individua tra le priorità della chiesa tedesca quello di concepire un nuovo atteggiamento verso i credenti divorziati. Per soffocare le aspettative di novità sono dovuti intervenire nei giorni immediatamente successivi il nunzio apostolico a Berlino («sul tema la dottrina è chiara»), e il cardinale Joachim Meisner che è vescovo di Colonia e fedelissimo di Benedetto XVI. Secondo l’interpretazione più diffusa si è trattato dell’ennesima scintilla tra l’ala più conservatrice dell’episcopato e quella più «liberal». Quest’ultima, che non incontra il favore del Pontefice, sembra preoccupata di perdere il contatto con gli umori di un Paese che negli ultimi anni è andato sempre più allontanandosi dalla pratica religiosa e dalla comunità cattolica. Secondo i dati della Conferenza episcopale negli ultimi 20 anni il numero di chi si dichiara cattolico è diminuito del 12,7%, i partecipanti alla messa domenicale del 42,5%, battesimi e matrimoni in chiesa rispettivamente del 43 e del 58%.
Numeri drammatici di fronte ai quali non meravigliano i risultati di un sondaggio pubblicato da Der Spiegel: solo l’8% dei tedeschi si dichiara favorevole a una maggiore influenza della Chiesa in campo pubblico. Percentuali tra l’87 e l’88% degli interpellati bocciano l’atteggiamento vaticano su temi come omosessualità, ruolo delle donne e celibato dei preti. Nella già citata intervista Zollitsch rivendica il diritto della chiesa tedesca di confrontarsi liberamente al proprio interno: «qui abbiamo un’apertura alla discussione che non viene facilmente capita a Roma».
I discorsi di Benedetto XVI(saranno 17, una specie di record) e l’accoglienza durante il viaggio serviranno a dare tono e linee guida di un dibattito che anche nel prossimo futuro si annuncia aspro e doloroso. Quanto al Papa, che celebrerà Messa a Erfurt, uno dei centri della predicazione di Lutero, si è ritagliato un unico momento dedicato a temi non religiosi: un udienza di una mezz’oretta con il cancelliere dell’unità Helmut Kohl.
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