Con una lettera inviata i primi di giugno, il Vaticano critica per la pratica di aborti negli ospedali in cui la Chiesa stessa abbia posti nella direzione. La missiva è stata inviata dal Pontificio Consiglio per gli Agenti Sanitari al sacerdote Custodio Ballestreros. Questi tempo prima aveva segnalato in un rapporto che venivano praticate interruzioni di gravidanza in alcuni ospedali della Catalogna, co-diretti appunto dalla Chiesa. Secondo quanto riporta l’Agenzia Zenit, le direzioni dell’ospedale San Pablo di Barcellona e quella del nosocomio generale di Granollers, su pressione del clero locale ad esempio ora assicurano che non effettueranno più interruzioni di gravidanza. I due ospedali erano presenti nel registro ufficiale del Ministero della Sanità, come centri che avevano affettuato aborti dal 2009.
La nuova legge sull’aborto, approvata in Spagna l’anno scorso , ammette la pratica fino alla quattordicesima settimana di gravidanza. Sia nei centri pubblici, sia in quelli convenzionati e consentendo l’obiezione di coscienza per i singoli medici e non per intere strutture, dato che va garantito l’accesso a tutte le donne che dovessero richiedere l’interruzione di gravidanza.
Il problema non si pone solo nel caso della pratica medica dell’aborto, ma si prospetta ancora più ampio per quanto riguarda la distribuzione delle pillole abortive come RU-486 e pillola ‘del giorno dopo’, perché la Chiesa partecipa alla direzione in molti più ospedali che consentono la distribuzione di questi farmaci.
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