domenica 3 luglio 2011
Vaticano, il bilancio torna in attivo ma calano le offerte per il Papa
Dopo due anni di 'rosso', torna in attivo il bilancio della Santa Sede che, in tempi recenti, aveva risentito come tutti gli altri Paesi occidentali degli effetti negativi della crisi economica mondiale. Ma a destare preoccupazione tra i cardinali che seguono le finanze vaticane c'è il calo delle offerte, soprattutto di quelle per la 'carità del papa', che nel 2010 sono calate di quasi un terzo rispetto ai dodici mesi precedenti
.Il “Bilancio Consuntivo Consolidato della Santa Sede per l'esercizio 2010” fa registrare entrate per 245,2 milioni di euro e uscite 235,3 milioni, con un attivo, quindi, di quasi 10 milioni di euro. Si tratta di un risultato positivo soprattutto alle luce dei due bilanci precedenti: quello 2009, che aveva fatto segnare perdite per 4,1 milioni di euro e quello 2008 in cui il rosso era invece stato di 911mila euro.Il marcato disavanzo del 2009, però, era dovuto in parto al 'riassorbimento' delle perdite lasciate fuori bilancio nel 2008 in seguito alla crisi finanziaria, in accordo con la prassi contabile internazionale.
A rendere noti i risultati economici del Vaticano è un comunicato del Consiglio di Cardinali per lo Studio dei Problemi Organizzativi ed Economici della Santa Sede, che si è riunito dal 30 giugno al primo luglio sotto la presidenza del Segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone.
Del Consiglio fanno parte i cardinali Antonio Maria Rouco Varela di Madrid, Norberto Rivera Carrera di Città del Messimo, Wilfrid Fox Napier di Durban, in Sud Africa, Juan Luis Cipriani Thorne di Lima, Anthony Olubunmi Okogie di Lagos, in Nigeria, Agostino Vallini, Vicario del papa per la diocesi di Roma, Nicholas Cheong Jinsuk di Seul, Odilo Pedro Scherer di San Paolo del Brasile.
A presentare i conti è stato il cardinale Velasio De Paolis, presidente della Prefettura per gli Affari Economici – il ministero del Tesoro vaticano – accompagnato dal Ragioniere generale, Stefano Fralleoni. “Il bilancio 2010 – si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione dei cardinali - parrebbe dunque rafforzare, sia pure con tutti gli elementi di incertezza e di instabilità che la situazione economico-finanziaria mondiale ancora presenta, la tendenza positiva evidenziatasi nell’esercizio del 2009”.
Le uscite del bilancio della Santa Sede sono dovute “per la maggior parte alle spese ordinarie e straordinarie dei Dicasteri e Organismi della Santa Sede”. A rimpinguare invece le entrate del bilancio vaticano c'è un'“offerta” per le “attività di religione” del papa da parte dello Ior, la banca vaticana, del valore di 55 milioni di euro. Questa voce era comparsa per la prima volta nel bilancio vaticano l'anno scorso, quando l'offerta era stata pari a 50 milioni di euro.
Nel 2010 è tornato in attivo anche il bilancio del Governatorato dello Stato Città del Vaticano, che ha la “gestione territoriale dello Stato” vaticano, “fornendo la necessaria struttura di supporto alla Sede Apostolica e alle relative attività”. Si tratta di un bilancio indipendente da quello della Santa Sede.
Il suo bilancio ha registrato entrate per 255,9 milioni di euro e uscite per 234,8 milioni, con un utile di 21 milioni di euro. Nel 2009, invece, il Governatorato aveva fatto segnare un passivo 7,8 milioni di euro e nel 2008 addirittura di 15,3 milioni.
Il miglioramento dei conti, spiega il comunicato, è dovuto sia all’“ottimo andamento dei Musei vaticani, grazie, in particolare, alla crescita del numero dei visitatori, in controtendenza rispetto alla crisi del settore turistico mondiale”, sia alla “ripresa dei mercati finanziari”.
“In particolare – sottolineano i cardinali - va sottolineato l’impegno del Governatorato alla manutenzione e conservazione di quello che, a ragione, può essere ritenuto uno dei più importanti patrimoni storico-artistici dell’umanità”.
Le dolenti note arrivano però con l'esame delle offerte per l'Obolo di San Pietro, “costituito dall'insieme delle offerte che pervengono al Santo Padre dalle Chiese particolari, dagli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica, da Fondazioni e da singoli fedeli, soprattutto in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo”.
Le donazioni del 2010 hanno raggiunto la cifra di 67,7 milioni di dollari (46,6 milioni di euro), con un netto calo rispetto all’anno precedente, quando erano state pari 82,5 milioni di dollari (65,2 milioni di euro).
Malgrado questo calo, i cardinali del Consiglio “esprimono comunque riconoscenza e apprezzamento a tutti coloro che, con il proprio contributo, hanno voluto sostenere la sollecitudine pastorale e caritativa del Santo Padre, soprattutto in situazioni di calamità e di emergenza in varie parti del mondo”.
Calano anche le offerte alla Santa Sede in arrivo dalle diocesi di tutto il mondo “per il vincolo dell'unità e della carità” che unisce le Chiese locali alla Chiesa universale: 27,3 milioni di dollari (18,8 milioni di euro) contro i 31,5 milioni di dollari (24,9 milioni di euro) dell'anno scorso.
Alla riunione di questa settimana hanno partecipato anche il cardinale Giovanni Lajolo e monsignor Carlo Maria Viganò, rispettivamente Presidente e Segretario generale del Governatorato, il cardinale Attilio Nicora e monsignor Domenico Calcagno, rispettivamente Presidente e Segretario dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, e, per la Radio Vaticana, il Direttore generale padre Federico Lombardi e il direttore amministrativo Alberto Gasbarri. Anche se dal 2008 non vengono più diffusi dati dettagliati sull'andamento economico della Radio, l'emittente vaticana costituisce uno dei capitoli di spesa più ingenti del bilancio di Oltretevere.
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