85 Paesi hanno sottoscritto alle Nazioni Unite la risoluzione per la fine della discriminazione e degli atti di violenza nei confronti della comunità LGBT. Il Vaticano però si oppone a questo testo dell’Onu, e l’ambasciatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha attaccato pesantemente l’iniziative che mira a riconoscere la dignità e l’ uguaglianza di chi ama persone dello stesso sesso.
ONU PER I GAY- Alle Nazioni Unite prosegue l’impegno per porre fine alla discriminazione contro l’ omosessualità. Dopo la proposta di risoluzione firmata da 68 paesi, ieri a Ginevra alla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite è stata depositata, da parte della Colombia, un’altra proposta di Risoluzione, che chiede di mettere fine alle violenze e discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’ identità di genere delle persone, sostenuta da 83 Stati”.
Nel testo introdotto dal Paese sudamericano si esprime grande preoccupazione per le discriminazione della comunità LGBT in ogni regione del mondo. Le violazioni dei diritti umani nei loro confronti includono omicidi, stupri, torture e persecuzioni penali. La risoluzione riconosce come il tema dell’omosessualità sia visto con diverse sensibilità nelle varie società mondiali, ma evidenzia come la comunità mondiale si debba impegnare per porre fine alle discriminazioni di ogni minoranza. Il documento è stato appoggiato da tutti i grandi Stati europei e Nord e Sudamericani, mentre è stato snobbato dalle potenze con diritto di veto Russia e Cina. Particolarmente entusiasta la nota di Hillary Clinton, che ha fatto del riconoscimento dell’uguaglianza dei gay un obiettivo della politica estera americana. “ I diritti per la comunità di LGBT sono diritti umani, e i diritti umani sono i diritti per la comunità LGBT”.
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