Zaino, stuoia, sacco a pelo e carta di credito. Sarà questa l’attrezzatura del papa boy in partenza per Madrid dove dal 16 al 21 agosto si celebrerà la Giornata mondiale della gioventù, insieme anche a papa Benedetto XVI.
Ma se zaino e sacco a pelo fanno parte del tradizionale armamentario del pellegrino, la novità di quest’anno è la carta di credito. Non una carta di credito qualsiasi, ma la carta di credito del papa boy, emessa dal gruppo Ubi Banca (in tutto 9 istituti, fra cui Banca popolare di Bergamo, Banco di Brescia e Banca popolare commercio e industria) con tanto di marchio «Enjoy Gmg 2011 Madrid». Pubblicità a tutta pagina sul quotidiano dei vescovi Avvenire,banner stabilmente presente sul sito internet del giornale della Conferenza episcopale italiana e su altri siti dedicati alla Gmg, insomma un accessorio indispensabile, con tanto di benedizione papale, visto che il marchio «Gmg 2011» campeggia nella carta accanto al logo MasterCard.
L’ affare, ovviamente, è doppio: per l’ organizzazione della Gmg, che ha ceduto il marchio a Ubi Banca (anche se dal gruppo bancario fanno sapere che «l’immagine utilizzata è stata approvata in relazione ad accordi che per motivi di riservatezza non possiamo rendere pubblici e che, comunque, non hanno comportato esborsi economici da parte nostra», nessuna dichiarazione invece da parte del Comitato organizzatore della Gmg, ugualmente interpellato da Adista), e per Ubi Banca, che piazzerà le nuove carte di credito a giovani clienti che poi potrà facilmente fidelizzare: la carta, infatti, costa appena 1 euro al mese e ha validità di cinque anni, senza spese di emissione.
Piccolo ulteriore dettaglio, che si aggiunge alla commistione Dio-Mammona: il gruppo Ubi, sebbene abbia una policy rigorosa e non possa esser tacciata di poca trasparenza, è una delle “banche armate” italiane, ovvero quegli istituti di credito che forniscono servizi di intermediazione finanziaria alle industrie belliche che vendono armi all’estero, da più di dieci anni oggetto di una campagna di pressione animata dalle riviste missionarie Nigrizia e Missione Oggi e dal mensile promosso da Pax Christi Mosaico di Pace (v. Adista n. 35/00). Nel 2010 Ubi Banca ha “movimentato” per conto delle industrie armiere 170 milioni di euro (168 milioni il Banco di Brescia, poco più di 2 milioni il Banco di San Giorgio), nel 2009 addirittura 1 miliardo e 231 milioni (risultando la prima “banca armata” in Italia), 238 milioni nel 2008 (v. Adista nn. 46/09, 41/10, 41/11).
Ma anche questa non è una novità: già nel 2005, in occasione della Gmg di Colonia, il comitato organizzatore della Giornata si trovò al centro di numerose critiche – alcune rivoltegli addirittura dalla neonata associazione Papaboys – perché accolse fra gli sponsor principali della kermesse la Banca di Roma (v. Adista nn. 47 e 51/05), all’epoca la principale “banca armata” italiana. (luca kocci)
http://www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=50360
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