Qualcuno ha dei problemi con il voto di povertà, pare. Sorella Susie, al secolo Marie Thornton, ha rubato nel corso degli anni 850mila dollari dal convento newyorkese della contea di Westchester. Beccata, è stata costretta a confessare, cosa che ha fatto in aula di tribunale.
IL MALLOPPO – La suora ha ammesso tutto, ammettendo inoltre che era perfettamente consapevole delle sue azioni. La storia la racconta il New York Post.
Sorella Marie Thornton – che era conosciuta nella scuola come “Sorella Susie” – ha pianto lacrime amare ammettendo che aveva sottratto il denaro “per uso personale”, mentre era in servizio come vicepresidente dell’ufficio finanze al College di Iona a New Rochelle. “Al tempo delle mie azioni, sapevo che la mia condotta era sbagliata ed illegale”, ha detto in voce traballante piena di emozione.
Quale giornata migliore del mercoledì delle ceneri, per pentirsi?
Thornton, 63 anni, ha rilasciato la sua confessione nel mercoledì delle ceneri senza preventivo accordo con i pubblici ministeri, e ora potrebbe venir condannata ad una pena fino a 10 anni dietro le sbarre nel suo processo di maggio.
ATLANTIC CITY – Non è chiaro cosa la donna abbia fatto con questi soldi. Agli inquirenti non l’ha detto, ed ha lasciato il palazzo di Giustizia senza rilasciare altre dichiarazioni. Ma dalle indagini che sono già partite sembra che la sorella abbia voluto percorrere il tragitto che Whoopi Goldberg ha percorso in Sister Act, ma al contrario: lì, dalla perdizione al convento; qui, dal convento ai casinò.
Le autorità non hanno detto cosa Thornton abbia fatto col malloppo – da lei sottratto fra il 1999 e il 2009 – e lei ha rifiutato di rispondere a qualsiasi domanda lasciando la corte federale di Manhattan. Il già coach di basket della scuola, Jeff Ruland, ha suggerito durante una apparizione radio l’anno scorso che lei possa aver fatto una passata per giocare ad Atlantic City.
La difesa della donna non rilascia dichiarazioni. Dalla scuola cattolica derubata arrivano rassicurazioni: “Stiamo facendo in modo di premunirci contro casi del genere”.
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