Origini e princìpi ispiratori
Il contesto storico in cui nacque e si affermò la Teologia della Liberazione è quello del diffondersi delle
dittature militari e dei
regimi repressivi, che determinarono lo sviluppo dell'impegno di alcuni teologi nell'elaborare proposte sempre più radicali per far fronte all'aggravarsi della crisi politica e sociale latinoamericana. Durante la CELAM del
1968 i rappresentanti della gerarchia ecclesiastica sudamericana presero posizione in favore delle popolazioni più diseredate e delle loro lotte, pronunciandosi per una chiesa popolare e socialmente attiva.
Durante la terza riunione della CELAM del
1979 a
Puebla (
Messico), furono riaffermati e sviluppati i princìpi di Medellín, ma si evidenziò l'emergere di una forte opposizione da parte di settori conservatori della gerarchia ecclesiastica alle tesi della Teologia della Liberazione, che andò rafforzandosi negli
anni ottanta con il papato di
Giovanni Paolo II in cui gli ideologi ed i protagonisti della Teologia della Liberazione furono progressivamente allontanati dai vertici della gerarchia, come avvenne per
Leonardo Boff che subì diversi processi ecclesiastici per poi abbandonare, nel
1992, l'
ordine francescano.
Gli antecedenti
Gli antecedenti di tale teologia sono molteplici. Si rintracciano in
Brasile, dove dal
1957 iniziò nella
Chiesa cattolica un movimento di
Comunità Ecclesiali di Base (CEB), preso in considerazione poi nel
1964 con il "Primer Plan Pastoral Nacional 1965-1970". Sempre in Brasile,
Paulo Freire, un insegnante di
Recife, nel Nordeste, sviluppò un nuovo metodo di alfabetizzazione mediante il processo di coscientizzazione del problema. I movimenti studenteschi e dei lavoratori dell'Azione cattolica vi aderirono, insieme con importanti intellettuali cattolici. Alcuni cristiani cominciarono a utilizzare concetti
marxisti nelle loro analisi sociali. Alcuni teologi, come
Richard Shaull, missionario
presbiteriano, pose la questione se la
rivoluzione potesse avere un significato teologico cominciando, insieme con altri giovani
protestanti, a discutere questi temi con sacerdoti domenicani e intellettuali cattolici.
Una ispirazione per il movimento latinoamericano proveniva dalla situazione europea. In
Francia, nel
1950, la pubblicazione del libro dell'abate Godin:
Francia: terra di missione? (France, pays de mission?), sconvolge i pastori che si accorgono all'improvviso di guidare una Nazione ormai lontana dalla fede. Il cardinale di
Parigi Emmanuel Suhard fonda la
Missione di Francia, permettendo ad alcuni preti di lavorare nelle fabbriche per avvicinarsi al mondo operaio. Erano gli anni in cui la laica
Madeleine Delbrêl viveva una straordinaria esperienza fra gli operai di
Ivry, raccontata nel suo libro
Città marxista terra di missione. Provocazione a un'esistenza per Dio (originale francese del 1957: "Ville marxiste terre de mission. Provocation du marxisme à une existence pour Dieu") e nei testi riportati nell'antologia postuma
Noi delle strade (originale francese: "Nous autres, gens des rues - textes missionnaires"). Nasce quindi il movimento dei
preti operai, che si estende nei principali paesi dell'
Europa occidentale. Tra i più noti, il domenicano
Jacques Loew, che lavorò come scaricatore di porto a
Marsiglia, e il sacerdote Michel Favreau, che è morto in un incidente sul lavoro. In Italia, il primo e più noto dei preti "con la tuta blu" è
Sirio Politi, che pubblica il suo diario di vita in fabbrica, dal titolo "Uno di loro".
L'esperienza dei preti operai fu presto accusata di essere pericolosa per l'integrità della
fede e della testimonianza cristiana, i preti furono considerati troppo vicini al
comunismo e denunciati in
Vaticanoper attività sovversiva. Nel
1954 Pio XII ordinò a tutti i preti operai di tornare alla loro precedente opera pastorale o di entrare in comunità religiose che fossero presenti a fianco dei lavoratori, ma all'esterno delle fabbriche. Molti furono coloro che abbandonarono il ministero, in rottura con la decisioni del Vaticano; soltanto dopo il
Concilio Vaticano II, nel
1965, i preti operai furono riabilitati, e sono presenti, seppure in maniera ridotta, fino ad oggi.
Un'altra ispirazione alla Teologia della Liberazione latinoamericana fu la lotta per i diritti civili dei neri negli
Stati Uniti, condotta da
Martin Luther King; più tardi, tale esperienza sarà all'origine della teologia della liberazione nera
(Black Theology), sviluppata, tra gli altri, da
James Cone.
Anche in
Sudafrica si sviluppò una vigorosa teologia della liberazione nera nella lotta contro l'
apartheid, in cui protagonista sarà, negli anni più recenti, il
vescovo anglicano Desmond Tutu. Nel resto del continente tale teologia ha messo in discussione la
conquista coloniale e lo
schiavismo dei popoli locali, "
pagani", operato dai popoli europei, "cristiani", denunciando la conseguente miseria di cui soffre tuttora la grande maggioranza dei paesi africani.
In
Asia, la teologia
minjung (in
coreano,
popolare) e la teologia contadina, esposta dal filippino
Charles Avila, sono state messe in relazione con la Teologia della Liberazione latinoamericana.
Le tappe principali dello sviluppo della Teologia della Liberazione
La reazione da parte della
Santa Sede fu subito drastica: già in uno dei suoi primi viaggi apostolici in
Messico, nel gennaio del
1979,
papa Giovanni Paolo II dichiarò che la «
concezione di Cristo come politico, rivoluzionario, come il sovversivo di Nazaret, non si compagina con la catechesi della Chiesa.».
[1]
|
Óscar Arnulfo Romero in un murale della
Facoltà di Giurisprudenza
e Scienze Sociali dell'Università
di El Salvador |
Lo stesso papa sollecitò dalla
Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dal cardinale
Joseph Ratzinger due studi sulla Teologia della Liberazione:
Libertatis Nuntius (
1984) e
Libertatis Conscientia (
1986). In entrambi, si considerava, in sostanza, che nonostante la vicinanza della
Chiesa cattolica ai poveri, la tendenza della Teologia della Liberazione ad accettare postulati
marxisti e di altre ideologie politiche non era compatibile con la
dottrina sociale della Chiesa cattolica, specialmente nell'assunto in cui quella teologia sosteneva che la redenzione fosse ottenibile attraverso un compromesso con le esigenze di riscatto sociale dei poveri.
[2][3]Tali giudizi fortemente critici e la forte pressione dei settori conservatori della Chiesa, come l'
Opus Dei, spinsero verso la negazione di un appoggio della Santa Sede richiesto da monsignor
Oscar Romero, anche se poi lo stesso
papa Giovanni Paolo II, ha riconosciuto che la Teologia della Liberazione ha avuto un ruolo «
buono, utile e necessario» per la difesa dei poveri, in una lettera rivolta alla Conferenza Episcopale Brasiliana. Egli stesso assume, nel suo magistero sociale, come nella
Centesimus annus, la tematica della
liberazione come compito della Chiesa del nostro tempo.
[4]Inoltre, nel documento
L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, pubblicato dalla
Pontificia Commissione Biblica nel
1993, l'approccio
ermeneutico della TdL nella lettura delle Sacre Scritture (e, con esso, ogni approccio "contestuale", come quello femminista, ad esempio), viene riconosciuto importante per una comprensione più adeguata del Vangelo.
[5]La Teologia della Liberazione oggi
La Teologia della Liberazione ha subito ripreso, pur fuori dalla Chiesa, la centralità della beatitudine dei poveri, proclamata nel
Vangelo e nella tradizione ecclesiale, coniugandola con il processo di liberazione dalla povertà tramite la trasformazione sociale e politica. In seguito, nella Teologia della Liberazione sono stati gli stessi poveri a divenire protagonisti del proprio affrancamento dall'oppressione, sia nella pratica (la "teologia prima"), sia nella riflessione teorica (definita "teologia seconda", cioè conseguente alla prassi). Alla riflessione, si aggiunge la denuncia dell'economia di mercato e l'alienazione che il
capitalismo causa a milioni di persone nel mondo.
Oggi, grazie soprattutto al contributo di
Leonardo Boff e dei suoi numerosi libri come: "Ecologia, mondialità, mistica", o l'ultimo: "Spiritualità per un altro mondo possibile" la Teologia della Liberazione ha sviluppato un filone nuovo, scoprendo lo stretto legame cosmico e mistico di necessaria interdipendenza tra solidarietà che gli esseri umani sono chiamati ad avere tra loro e quella che devono avere con la natura, nell'aut aut tra homo sapiens e homo demens. Ossia come riscoperta dell'
ambiente e di una rinnovata cura ecologica, e ha sposato le tesi e l'azione del movimento altermondialista (detto anche "
no-global"), in cui alla contestazione del
neoliberismo si aggiunge la promozione della
pace fondata sulla giustizia e la richiesta di una partecipazione democratica efficace da parte dei movimenti di base.
In ambito extraecclesiale - a seguito degli scontri più forti tra la gerarchia della Chiesa e il movimento della Teologia della Liberazione - si è giunti a sposare le tesi della teologia radicale e politica, europea e statunitense, unendosi quindi nella richiesta di una reale partecipazione dei laici e delle donne alla vita e alla guida della Chiesa, al decentramento del potere ecclesiale e all'inculturazione del Vangelo nelle Chiese e nelle tradizioni locali, al macroecumenismo (condivisione di riflessione e impegno allargata, cioè, alle grandi religioni mondiali), al pluralismo nelle questioni riguardanti la salvezza, in cui il ruolo di
Gesù Cristo, pur non marginalizzato, non risulti più esclusivo delle altre esperienze religiose umane.
Il
13 ottobre 2006 Benedetto XVI ha promulgato una
Notificazione (pubblicata il
14 marzo 2007), che condanna come "erronee e pericolose" alcune tesi espresse dal teologo della liberazione
Jon Sobrino, gesuita basco emigrato ad
El Salvador, nei suoi due libri
Jesucristo liberador. Lectura histórico-teológica de Jesús de Nazaret, del
1991, e
La fe en Jesucristo. Ensayo desde las víctimas, del
1999, che hanno avuto grande diffusione in America Latina e non solo. Una delle accuse principali è di aver eletto i poveri a "luogo teologico fondamentale" – cioè a principale fonte di conoscenza –, al posto della "fede apostolica trasmessa attraverso la Chiesa a tutte le generazioni".
[6]
Elementi centrali della Teologia della Liberazione
Fra le tesi di questa teologia vi sono:
- La liberazione è conseguenza della presa di coscienza della realtà socioeconomica latinoamericana.
- La situazione attuale della maggioranza dei latinoamericani contraddice il disegno divino e la povertà è un peccato sociale.
- La salvezza cristiana include una "liberazione integrale" dell'uomo e raggruppa per questo anche la liberazione economica, politica, sociale e ideologica, come visibili segni della dignità umana.
- Non vi sono solo peccatori, ma anche persecutori che opprimono e vittime del peccato che richiedono giustizia.
Fra gli impegni teorici e operativi che conseguono dalle tesi vi sono:
- Costante riflessione dell'uomo su se stesso per renderlo creativo a suo vantaggio e a quello della società in cui vive.
- Prendere coscienza della forte disuguaglianza sociale tra società opulente e popoli votati alla miseria, ponendosi al fianco dei poveri, che sono le membra sofferenti del corpo crocifisso di Cristo, senza avallare perciò tesi che si avvicinino ad un cristianesimo classista e rivoluzionario. La rivoluzione del vangelo è l'amore, non la lotta. La giustizia sociale è sorella della carità.
- Rivendicare la democrazia approfondendo la presa di coscienza delle popolazioni riguardo ai loro veri nemici, per trasformare l'attuale sistema sociale ed economico.
- Eliminare la povertà, la mancanza di opportunità e le ingiustizie sociali, garantendo l'accesso all'istruzione, alla sanità, ecc.
- Creare un uomo nuovo, come condizione indispensabile per assicurare il successo delle trasformazioni sociali. L'uomo solidale e creativo deve essere il motore dell'attività umana in contrapposizione alla mentalità capitalista della speculazione e della logica del profitto.
- Libera accettazione della dottrina evangelica, ossia procurare innanzi tutto condizioni di vita dignitose e poi, se la persona lo vuole, perseguire l'attività pastorale, diversamente da prima, in cui finché le missioni cristiane sfamavano le persone, allora queste si dichiaravano cristiane.
Principali rappresentanti della Teologia della Liberazione
Teologi
- Marcella Althaus-Reid, argentina
- Jean-Bertrand Aristide, haitiano
- Hugo Assmann, brasiliano
- Rafael Avila, colombiano
- Marcelo Barros, brasiliano
- Frei Betto (Carlos Alberto Libanio Christo), brasiliano
- Alan Boesak, sudafricano
- Clodovis Boff, brasiliano
- Leonardo Boff, brasiliano
- Jose Míguez Bonino, argentino
- Ernesto Cardenal, nicaraguense
- Giulio Girardi, italiano
- José Severino Croatto, argentino
- Ignacio Ellacuría, spagnolo (ucciso nel 1989 in El Salvador)
- Gustavo Gutiérrez Merino, peruviano
- Paul Gauthier, francese (morto nel 2002)
- Erwin Kräutler, brasiliano
- Alberto Methol Ferre, uruguaiano
- José Porfirio Miranda, messicano
- Jorge V. Pixley, nicaraguense
- Pablo Richard, cileno
- Juan Luis Segundo, uruguaiano
- Richard Shaull, statunitense
- Jon Sobrino, salvadoregno
- Juan Jose Tamayo, spagnolo
- Elsa Tamez, messicana
- Camilo Torres Restrepo, colombiano (ucciso nel 1966)
- Gerardo Valencia Cano, colombiano
Vescovi
- Paulo Evaristo Arns O.F.M., cardinale, arcivescovo emerito di São Paulo, brasiliano
- Tomàs Balduino O.P., vescovo emerito di Goiàs, brasiliano
- Carlos Filipe Ximenes Belo S.D.B., Premio Nobel per la Pace 1996, vescovo emerito di Timor Est
- Pedro Casaldáliga C.M.F., vescovo-prelato emerito di São Felix do Araguaia, spagnolo
- Hélder Pessoa Câmara, arcivescovo di Recife, brasiliano (morto nel 1999)
- Antônio Batista Fragoso, vescovo emerito di Crateùs, Cearà (morto nel 2006), brasiliano
- Óscar Romero, arcivescovo di San Salvador, salvadoregno (ucciso nel 1980)
- Samuel Ruiz Garcia, vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas messicano (morto nel 2011)
- Fernando Lugo, vescovo emerito di San Pedro Apóstol, attuale presidente del Paraguay
- Leonidas Proaño, vescovo di Riobamba, morto nel 1988, ecuadoriano
Preti
Note
- ^ Cfr. Discorso di Giovanni Paolo II nella III Conferenza generale dell'episcopato Latinoamericano, del 28 gennaio 1979
- ^ Cfr. Libertatis Nuntius
- ^ Cfr. Libertatis Conscientia
- ^ Cfr. Centesimus Annus, n.57
- ^ Cfr. L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa parte I, § E.1-2
- ^ Vedi la Notificazione della Santa Sede
Bibliografia
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- Lucia Ceci, La teologia della liberazione in America Latina. L'opera di Gustavo Gutierrez, F. Angeli, Milano 1999.
- Lucia Ceci, Liberazione e teologia (1973-1992), in Storia ed esperienza religiosa, a cura di A. Botti, QuattroVenti, Urbino 2005.
- Lucia Ceci, Chiesa e liberazione in America Latina (1968-1972), in L'America Latina fra Pio XII e Paolo VI, a cura di A. Melloni e S. Scatena, Il Mulino, Bologna 2006;
- Gabriele Tomei, Alla sinistra del Padre. Teologia e sociologia della liberazione in America Latina, F. Angeli, Milano 2004.
- Vittorio Falsina, Un nuovo ordine mondiale. Insegnamento sociale della chiesa e teologia della liberazione, EMI, Bologna 2006.
- Silvia Scatena, La teologia della liberazione in America Latina, Carocci, Roma 2008.
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