domenica 5 giugno 2011

La Teologia della liberazione


La Teologia della Liberazione (spesso abbreviata con TdL) è una discussa riflessione teologica iniziata in America latina con la riunione del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) di Medellín (Colombia) del 1968, dopo il Concilio Vaticano II, che tende a porre in evidenza i valori di emancipazionesociale e politica presenti nel messaggio cristiano.
Gustavo Gutiérrez
Tra i protagonisti che iniziarono questa corrente di pensiero vi furono i sacerdoti Gustavo Gutiérrez (peruviano), Hélder Câmara e Leonardo Boff (brasiliani). Il termine venne coniato dallo stesso Gutiérrez nel 1973 con la pubblicazione del libro Teologia della Liberazione (titolo originale spagnoloHistoria, Política y Salvación de una Teología de Liberación).
Origini e princìpi ispiratori
Il contesto storico in cui nacque e si affermò la Teologia della Liberazione è quello del diffondersi delle dittature militari e dei regimi repressivi, che determinarono lo sviluppo dell'impegno di alcuni teologi nell'elaborare proposte sempre più radicali per far fronte all'aggravarsi della crisi politica e sociale latinoamericana. Durante la CELAM del 1968 i rappresentanti della gerarchia ecclesiastica sudamericana presero posizione in favore delle popolazioni più diseredate e delle loro lotte, pronunciandosi per una chiesa popolare e socialmente attiva.
Iniziarono ad avere notevole diffusione in tutti i paesi le comunità ecclesiali di base (CEB), nuclei ecumenici impegnati a vivere e diffondere una fede attivamente partecipativa dei problemi della società: in Brasile ne nacquero circa 100.000, grazie anche al cardinale di San Paolo Paulo Evaristo Arns e al vescovo Camara; in Nicaragua numerosi cattolici, sacerdoti e laici, presero parte alla lotta armata contro la dittatura di Somoza e in seguito diversi sacerdoti, come Ernesto Cardenal e Miguel D'Escoto entrarono a far parte del governo sandinista.
Durante la terza riunione della CELAM del 1979 a Puebla (Messico), furono riaffermati e sviluppati i princìpi di Medellín, ma si evidenziò l'emergere di una forte opposizione da parte di settori conservatori della gerarchia ecclesiastica alle tesi della Teologia della Liberazione, che andò rafforzandosi negli anni ottanta con il papato di Giovanni Paolo II in cui gli ideologi ed i protagonisti della Teologia della Liberazione furono progressivamente allontanati dai vertici della gerarchia, come avvenne per Leonardo Boff che subì diversi processi ecclesiastici per poi abbandonare, nel 1992, l'ordine francescano.

Gli antecedenti
Gli antecedenti di tale teologia sono molteplici. Si rintracciano in Brasile, dove dal 1957 iniziò nella Chiesa cattolica un movimento di Comunità Ecclesiali di Base (CEB), preso in considerazione poi nel1964 con il "Primer Plan Pastoral Nacional 1965-1970". Sempre in Brasile, Paulo Freire, un insegnante di Recife, nel Nordeste, sviluppò un nuovo metodo di alfabetizzazione mediante il processo di coscientizzazione del problema. I movimenti studenteschi e dei lavoratori dell'Azione cattolica vi aderirono, insieme con importanti intellettuali cattolici. Alcuni cristiani cominciarono a utilizzare concettimarxisti nelle loro analisi sociali. Alcuni teologi, come Richard Shaull, missionario presbiteriano, pose la questione se la rivoluzione potesse avere un significato teologico cominciando, insieme con altri giovani protestanti, a discutere questi temi con sacerdoti domenicani e intellettuali cattolici.
Una ispirazione per il movimento latinoamericano proveniva dalla situazione europea. In Francia, nel 1950, la pubblicazione del libro dell'abate Godin: Francia: terra di missione? (France, pays de mission?), sconvolge i pastori che si accorgono all'improvviso di guidare una Nazione ormai lontana dalla fede. Il cardinale di Parigi Emmanuel Suhard fonda la Missione di Francia, permettendo ad alcuni preti di lavorare nelle fabbriche per avvicinarsi al mondo operaio. Erano gli anni in cui la laica Madeleine Delbrêl viveva una straordinaria esperienza fra gli operai di Ivry, raccontata nel suo libroCittà marxista terra di missione. Provocazione a un'esistenza per Dio (originale francese del 1957: "Ville marxiste terre de mission. Provocation du marxisme à une existence pour Dieu") e nei testi riportati nell'antologia postuma Noi delle strade (originale francese: "Nous autres, gens des rues - textes missionnaires"). Nasce quindi il movimento dei preti operai, che si estende nei principali paesi dell'Europa occidentale. Tra i più noti, il domenicano Jacques Loew, che lavorò come scaricatore di porto a Marsiglia, e il sacerdote Michel Favreau, che è morto in un incidente sul lavoro. In Italia, il primo e più noto dei preti "con la tuta blu" è Sirio Politi, che pubblica il suo diario di vita in fabbrica, dal titolo "Uno di loro".
L'esperienza dei preti operai fu presto accusata di essere pericolosa per l'integrità della fede e della testimonianza cristiana, i preti furono considerati troppo vicini al comunismo e denunciati in Vaticanoper attività sovversiva. Nel 1954 Pio XII ordinò a tutti i preti operai di tornare alla loro precedente opera pastorale o di entrare in comunità religiose che fossero presenti a fianco dei lavoratori, ma all'esterno delle fabbriche. Molti furono coloro che abbandonarono il ministero, in rottura con la decisioni del Vaticano; soltanto dopo il Concilio Vaticano II, nel 1965, i preti operai furono riabilitati, e sono presenti, seppure in maniera ridotta, fino ad oggi.
Un'altra ispirazione alla Teologia della Liberazione latinoamericana fu la lotta per i diritti civili dei neri negli Stati Uniti, condotta da Martin Luther King; più tardi, tale esperienza sarà all'origine della teologia della liberazione nera (Black Theology), sviluppata, tra gli altri, da James Cone.
Anche in Sudafrica si sviluppò una vigorosa teologia della liberazione nera nella lotta contro l'apartheid, in cui protagonista sarà, negli anni più recenti, il vescovo anglicano Desmond Tutu. Nel resto del continente tale teologia ha messo in discussione la conquista coloniale e lo schiavismo dei popoli locali, "pagani", operato dai popoli europei, "cristiani", denunciando la conseguente miseria di cui soffre tuttora la grande maggioranza dei paesi africani.
In Asia, la teologia minjung (in coreanopopolare) e la teologia contadina, esposta dal filippino Charles Avila, sono state messe in relazione con la Teologia della Liberazione latinoamericana.
Le tappe principali dello sviluppo della Teologia della Liberazione
La reazione da parte della Santa Sede fu subito drastica: già in uno dei suoi primi viaggi apostolici in Messico, nel gennaio del 1979papa Giovanni Paolo II dichiarò che la «concezione di Cristo come politico, rivoluzionario, come il sovversivo di Nazaret, non si compagina con la catechesi della Chiesa.».[1]
Óscar Romero
Óscar Arnulfo Romero in un murale della
Facoltà di Giurisprudenza
e Scienze Sociali dell'Università
di El Salvador
Lo stesso papa sollecitò dalla Congregazione per la dottrina della fede, presieduta dal cardinale Joseph Ratzinger due studi sulla Teologia della Liberazione: Libertatis Nuntius (1984) e Libertatis Conscientia (1986). In entrambi, si considerava, in sostanza, che nonostante la vicinanza della Chiesa cattolica ai poveri, la tendenza della Teologia della Liberazione ad accettare postulati marxisti e di altre ideologie politiche non era compatibile con la dottrina sociale della Chiesa cattolica, specialmente nell'assunto in cui quella teologia sosteneva che la redenzione fosse ottenibile attraverso un compromesso con le esigenze di riscatto sociale dei poveri.[2][3]
Tali giudizi fortemente critici e la forte pressione dei settori conservatori della Chiesa, come l'Opus Dei, spinsero verso la negazione di un appoggio della Santa Sede richiesto da monsignor Oscar Romero, anche se poi lo stesso papa Giovanni Paolo II, ha riconosciuto che la Teologia della Liberazione ha avuto un ruolo «buono, utile e necessario» per la difesa dei poveri, in una lettera rivolta alla Conferenza Episcopale Brasiliana. Egli stesso assume, nel suo magistero sociale, come nella Centesimus annus, la tematica della liberazione come compito della Chiesa del nostro tempo.[4]
Inoltre, nel documento L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, pubblicato dalla Pontificia Commissione Biblica nel 1993, l'approccio ermeneutico della TdL nella lettura delle Sacre Scritture (e, con esso, ogni approccio "contestuale", come quello femminista, ad esempio), viene riconosciuto importante per una comprensione più adeguata del Vangelo.[5]
La Teologia della Liberazione oggi
La Teologia della Liberazione ha subito ripreso, pur fuori dalla Chiesa, la centralità della beatitudine dei poveri, proclamata nel Vangelo e nella tradizione ecclesiale, coniugandola con il processo di liberazione dalla povertà tramite la trasformazione sociale e politica. In seguito, nella Teologia della Liberazione sono stati gli stessi poveri a divenire protagonisti del proprio affrancamento dall'oppressione, sia nella pratica (la "teologia prima"), sia nella riflessione teorica (definita "teologia seconda", cioè conseguente alla prassi). Alla riflessione, si aggiunge la denuncia dell'economia di mercato e l'alienazione che il capitalismo causa a milioni di persone nel mondo.
Leonardo Boff
Oggi, grazie soprattutto al contributo di Leonardo Boff e dei suoi numerosi libri come: "Ecologia, mondialità, mistica", o l'ultimo: "Spiritualità per un altro mondo possibile" la Teologia della Liberazione ha sviluppato un filone nuovo, scoprendo lo stretto legame cosmico e mistico di necessaria interdipendenza tra solidarietà che gli esseri umani sono chiamati ad avere tra loro e quella che devono avere con la natura, nell'aut aut tra homo sapiens e homo demens. Ossia come riscoperta dell'ambiente e di una rinnovata cura ecologica, e ha sposato le tesi e l'azione del movimento altermondialista (detto anche "no-global"), in cui alla contestazione del neoliberismo si aggiunge la promozione della pace fondata sulla giustizia e la richiesta di una partecipazione democratica efficace da parte dei movimenti di base.
In ambito extraecclesiale - a seguito degli scontri più forti tra la gerarchia della Chiesa e il movimento della Teologia della Liberazione - si è giunti a sposare le tesi della teologia radicale e politica, europea e statunitense, unendosi quindi nella richiesta di una reale partecipazione dei laici e delle donne alla vita e alla guida della Chiesa, al decentramento del potere ecclesiale e all'inculturazione del Vangelo nelle Chiese e nelle tradizioni locali, al macroecumenismo (condivisione di riflessione e impegno allargata, cioè, alle grandi religioni mondiali), al pluralismo nelle questioni riguardanti la salvezza, in cui il ruolo di Gesù Cristo, pur non marginalizzato, non risulti più esclusivo delle altre esperienze religiose umane.
Il 13 ottobre 2006 Benedetto XVI ha promulgato una Notificazione (pubblicata il 14 marzo 2007), che condanna come "erronee e pericolose" alcune tesi espresse dal teologo della liberazione Jon Sobrino, gesuita basco emigrato ad El Salvador, nei suoi due libri Jesucristo liberador. Lectura histórico-teológica de Jesús de Nazaret, del 1991, e La fe en Jesucristo. Ensayo desde las víctimas, del1999, che hanno avuto grande diffusione in America Latina e non solo. Una delle accuse principali è di aver eletto i poveri a "luogo teologico fondamentale" – cioè a principale fonte di conoscenza –, al posto della "fede apostolica trasmessa attraverso la Chiesa a tutte le generazioni".[6]

Elementi centrali della Teologia della Liberazione
Fra le tesi di questa teologia vi sono:
  1. La liberazione è conseguenza della presa di coscienza della realtà socioeconomica latinoamericana.
  2. La situazione attuale della maggioranza dei latinoamericani contraddice il disegno divino e la povertà è un peccato sociale.
  3. La salvezza cristiana include una "liberazione integrale" dell'uomo e raggruppa per questo anche la liberazione economica, politica, sociale e ideologica, come visibili segni della dignità umana.
  4. Non vi sono solo peccatori, ma anche persecutori che opprimono e vittime del peccato che richiedono giustizia.
Fra gli impegni teorici e operativi che conseguono dalle tesi vi sono:
  1. Costante riflessione dell'uomo su se stesso per renderlo creativo a suo vantaggio e a quello della società in cui vive.
  2. Prendere coscienza della forte disuguaglianza sociale tra società opulente e popoli votati alla miseria, ponendosi al fianco dei poveri, che sono le membra sofferenti del corpo crocifisso di Cristo, senza avallare perciò tesi che si avvicinino ad un cristianesimo classista e rivoluzionario. La rivoluzione del vangelo è l'amore, non la lotta. La giustizia sociale è sorella della carità.
  3. Rivendicare la democrazia approfondendo la presa di coscienza delle popolazioni riguardo ai loro veri nemici, per trasformare l'attuale sistema sociale ed economico.
  4. Eliminare la povertà, la mancanza di opportunità e le ingiustizie sociali, garantendo l'accesso all'istruzione, alla sanità, ecc.
  5. Creare un uomo nuovo, come condizione indispensabile per assicurare il successo delle trasformazioni sociali. L'uomo solidale e creativo deve essere il motore dell'attività umana in contrapposizione alla mentalità capitalista della speculazione e della logica del profitto.
  6. Libera accettazione della dottrina evangelica, ossia procurare innanzi tutto condizioni di vita dignitose e poi, se la persona lo vuole, perseguire l'attività pastorale, diversamente da prima, in cui finché le missioni cristiane sfamavano le persone, allora queste si dichiaravano cristiane.

Principali rappresentanti della Teologia della Liberazione

Teologi

Vescovi


Preti


Note

  1. ^ Cfr. Discorso di Giovanni Paolo II nella III Conferenza generale dell'episcopato Latinoamericano, del 28 gennaio 1979
  2. ^ Cfr. Libertatis Nuntius
  3. ^ Cfr. Libertatis Conscientia
  4. ^ Cfr. Centesimus Annus, n.57
  5. ^ Cfr. L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa parte I, § E.1-2
  6. ^ Vedi la Notificazione della Santa Sede

Bibliografia
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  • Gustavo Gutiérrez, La forza storica dei poveriQueriniana, Brescia 1981.
  • Gustavo Gutiérrez, Bere al proprio pozzo. L'itinerario spirituale di un popoloQueriniana, Brescia 1984, 19893.
  • Dussel, Enrique, Caminos de liberación Latinoamericana, Buenos Aires 1972 (testo completo in spagnolo).
  • Dussel, Enrique, Teoría de la liberación y ética. Caminos de liberación Latinoamericana II, Buenos Aires 1972 (testo completo in spagnolo).
  • Paolo Andreoli, Note per una teologia della liberazione, Movimento laici per l'America Latina, Roma 1975.
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  • Leonardo Boff, Teologia della cattività e della liberazioneQueriniana, Brescia 1977.
  • Pablo E. Bonavia Rodriguez, La prassi nella teologia della liberazione, ASAL, Roma 1977.
  • Stefano Fontana, Il problema metafisico nella teologia della liberazione, Tip. Antoniana, Padova 1977.
  • Segundo Galilea, La teologia della liberazione dopo PueblaQueriniana, Brescia 1979.
  • Federico Mandillo, Wojtyla in America latina. In sette giorni un'enciclica. Diritti umani, ipoteca sociale sulla proprietà, teologia della liberazione, terra ai contadini, Apes, Roma 1979.
  • Jose Ramos Regidor, Gesù e il risveglio degli oppressi. La sfida della teologia della liberazione, A. Mondadori, Milano 1981.
  • Eugenio Bernardini, Comunicare la fede nell'America oppressa. Storia e metodo della Teologia della LiberazioneClaudiana, Torino 1982.
  • Congregazione per la dottrina della fede, Libertatis nuntius. Istruzione su alcuni aspetti della Teologia della liberazione, Tipografia poliglotta vaticana, Città del Vaticano 1984 (Testo integrale).
  • Giuseppe Silvestre, Alle sorgenti della teologia della liberazione, Graficalabra, Vibo Valentia 1984.
  • Sandro Spinelli, La grande sete. Teologia della liberazione nella quotidianità, Bine, Cernusco sul Naviglio 1984.
  • Sacra Congregazione per la dottrina della fede, Teologia della liberazione, Istruzione Libertatis nuntius con i commenti di Pierre Bigo et alii, presentazione del card. Joseph Ratzinger, Logos, Roma 1985.
  • Associazione medici cattolici italiani, Umanizzazione della medicina e teologia della liberazione, A.M.C.I., Catania 1985.
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  • Giuseppe Montalbano, Critica alla dialettica marxiana ed alla teologia della liberazione, Romano, Palermo 1985.
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  • Leonardo Boff, Il sentiero dei semplici. Francesco d'Assisi e la teologia della liberazione, Editori riuniti, Roma 1987.
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  • Giulio Girardi, Jose Maria Vigil, Il popolo prende la parola. Il Nicaragua per la teologia della liberazione, Borla, Roma 1990.
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  • Alfredo Vitiello, Marxismo e teologia della liberazione. Sottosviluppo, sfruttamento, pauperismo e rivoluzione in America Latina, M. D'Auria, Napoli 1990.
  • Clodovis Boff, La via della comunione dei beni. La Regola di sant'Agostino commentata nella prospettiva della teologia della liberazione, Cittadella, Assisi 1991.
  • Rene Marle, Introduzione alla teologia della liberazione, Morcelliana, Brescia 1991.
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  • Leonardo Boff, La teologia, la Chiesa. I poveri. Una proposta di liberazione, Einaudi, Torino 1992.
  • Giulio Girardi, Il tempio condanna il Vangelo. Il conflitto sulla teologia della liberazione fra il Vaticano e la CLAR, Cultura della pace, San Domenico, Fiesole 1993.
  • Jon Sobrino, Gesù Cristo liberatore. Letture storico-teologica di Gesù di Nazaret, Cittadella, Assisi 1995.
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