venerdì 3 giugno 2011

La sconvolgente storia di Don Carli: in prescrizione il reato di pedofilia,torna a dire messa


Condannato a 7 anni e mezzo per pedofilia,torna a dire messa dopo la prescrizione del reato

Oggi voglio raccontarvi una storia increndibile. Protagonista Don Giorgio Carli,all'epoca dei fatti sacertote a Bolzano.La sua storia ha inizio nel 2003. Il 14 luglio di quell'anno il religioso fu arrestato con l’accusa di violenza sessuale continuata ai danni della giovane donna, all’epoca dei fatti una bambina, che il sacerdote avrebbe violentato per cinque anni, dai nove ai quattordici, nella canonica della quale era cappellano.
Assolto nel 2005 perché "il fatto non sussiste", formula prevista dall'articolo 540 del codice di procedura civile, il 16 aprile del 2008 Don Giorgio è stato condannato per violenza carnale a sette anni e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento di 500.000 euro alla sua vittima, una sua ex parrocchiana, e 200.000 euro per i suoi genitori, a titolo di risarcimento danni.
Stuprata da quando aveva dieci anni prima nella canonica e nelle poi nelle colonie estive organizzate dalla parrocchia, la poveretta era rimasta così scioccata che non aveva trovato il coraggio di denunciare il suo aguzzino, se non dopo essere stata sottoposta a una lunga serie disedute psicoanalitiche.
Nel corso dei processi si è assistito a un vero duello tra le tesi contrapposte della difesa e dell’accusa. I legali del prete hanno sempre messo in dubbio che ricordi di questo genere possano riaffiorare durante un percorso terapeutico, finendo tra i punti determinanti di un capo d’accusa penale. Nella motivazione della sentenza di condanna i giudici avevano sostenuto che “la teoria suggestiva del ‘falso ricordo’ é incompatibile con la mole dei dettagli e la perfetta coerenza della deposizione”. In sostanza – questa fu la posizione della corte d’appello – quanto detto dalla giovane donna ed emerso dopo le sedute psicanalitiche, corrisponderebbe al vero perché suffragato da una serie di circostanze probatorie che in primo grado, invece, non erano state considerate attendibili. 
Nel marzo 2009,la svolta. L'ultimo verdetto, quello che dovrebbe sigillare questa storia, è invece uno specchio nel quale ognuno può vedere l'immagine che più gli piace. La sentenza della Corte di Cassazione su don Giorgio Carli non chiude, ma piuttosto riapre. Il prete accusato di pedofilia per aver abusato di una adolescente dal 1989 al 1994 — assolto in primo grado «perché il fatto non sussiste», sette anni e mezzo di carcere in appello — è stato prosciolto per la sopraggiunta prescrizione del reato, ma al tempo stesso condannato al risarcimento delle parti lese, ovvero la sua presunta vittima, per 760mila euro. Tecnicamente innocente, ma anche colpevole, o viceversa.

La voce della Diocesi è risuonata forte. «A carico di don Giorgio non esiste più alcuna sentenza di condanna. Per parte nostra abbiamo sempre creduto nella sua innocenza. Per questo egli è sempre rimasto confermato nel suo incarico di parroco ed ora riprenderà in pieno il suo ministero sacerdotale». L'opinione della Procura e degli avvocati delle parti lese è decisamente diversa. L'esistenza del reato è stata riconosciuta, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di dichiararlo prescritto, e inoltre non si è mai visto un imputato innocente costretto a pagare un risarcimento alla sua presunta vittima.

Come informa la diocesi di Bolzano e Bressanone, ''in Vaticano la Congregazione per la Dottrina della Fede ha esaminato la vicenda di don Giorgio Carli con un rigoroso procedimento canonico, che si e' concluso l'8 gennaio 2010 con il proscioglimento del sacerdote. E' noto quanto la Santa Sede sia diventata severa nel valutare vicende di questo genere''. La nota della diocesi conclude con la convinzione della totale estraneita' del sacerdote ai fatti imputatigli ed invitando i fedeli ''ad accogliere don Giorgio senza riserve nel suo ministero pastorale''.

La posta in gioco non è solo di carattere morale. I legali di parte civile hanno presentato la richiesta di risarcimento alla curia. «La sentenza di condanna è definitiva — spiega l'avvocato Arnaldo Loner - . Ma don Carli non è in grado di pagare. Essendo legato alla curia in maniera organica, sarà questo ente a versare la cifra stabilita dalla Cassazione ». Non ci sarà alcun risarcimento, ribattono i legali della curia e del religioso, perché la prescrizione del reato è subentrata prima della sentenza d'appello.

Per ottenere il risarcimento dalla curia è stato aperto un processo civile,subito riviato a gennaio 2012.Come ci informa l'Ansa il processo, che dovrà decidere sul risarcimento di 700 mia euro disposto dalla giustizia penale, proseguirà solo il 24 gennaio 2012. I giudici hanno comunque respinto la richiesta di prescrizione presentata dalla difesa.

Fonti






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