La Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha chiarito che le ragazze non sono autorizzate a prestare servizio all’ altare (le chierichette) nel corso della celebrazione della messa con il Rito Tridentino (ossia la forma straordinaria in latino).
E’ chiaro che il Motu Proprio Universae Ecclesiae, non permette alle chierichette di servire la Messa col vecchio rito.Universae Ecclesiae afferma che "il Motu Proprio Summorum Pontificum deroga dalle disposizioni di legge, collegate ai riti sacri, promulgate dal 1962 in poi e incompatibili con le rubriche dei libri liturgici in vigore nel 1962.
Il permesso per le chierichette venne accordato con la Lettera circolare della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 1994. Tuttavia, le rubriche del Messale del 1962 non concedono alle femmine di accedere nella zona del presbiterio durante la Messa.
La lettera, firmata da mons. Guido Pozzo, segretario di Ecclesia Dei, spiega che "permettere alle chierichette di servire all’altare non si applica alla forma straordinaria della celebrazione”.
Ora padre Alban McCoy, cappellano universitario a Cambridge, ha celebrato la forma straordinaria con le chierichette. Ha detto che non ha cercato lui di coinvolgere delle ragazze all’interno del suo team di chierichetti,
ma "ha deciso tuttavia di non rifiutare la richiesta di due giovani donne a prestare servizio all’altare nel corso della celebrazione nella vecchia forma".La lettera, firmata da mons. Guido Pozzo, segretario di Ecclesia Dei, spiega che "permettere alle chierichette di servire all’altare non si applica alla forma straordinaria della celebrazione”.
Ora padre Alban McCoy, cappellano universitario a Cambridge, ha celebrato la forma straordinaria con le chierichette. Ha detto che non ha cercato lui di coinvolgere delle ragazze all’interno del suo team di chierichetti,
Il suo team comprende sei maschi e quattro femmine. "Abbiamo un team di servizio all’ altare per tutte le Messe – sia nella forma ordinaria che in quella straordinaria, unica liturgia, unico team di ministranti".
Un portavoce della Latin Mass Society ha dichiarato invece che il chiarimento contenuto nella Lettera è "significativo" e che tutti i vescovi dovrebbero attivarsi perché le celebrazioni avvengano in conformità con quanto è stato affermato nello scritto.
di Rachel Obordo in “Catholic Herald” dell’8 giugno 2011 (traduzione di Maria Teresa Pontara Pederiva).
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