L’aumento imposto dalle regole sul piano di rientro dal deficit sanitario, scatena la guerriglia del Pd, rinvigorisce la polemica del centrodestra e frena l’opposizione responsabile dell’Udc. Il sindacato attacca: "Basta con la massacrante politica delle tasse, piuttosto si recuperino i fondi sborsati per l’ospedale “San Raffaele” di Taranto"
di PIERO RICCIL'attacco concentrico, ieri, è partito dalla Uil. Aldo Pugliese, il segretario regionale, è stato rude: "Basta con la massacrante politica delle tasse, piuttosto si recuperino i fondi sborsati per l'ospedale "San Raffaele" di Taranto. Quei 60 milioni di acconto appaiono inspiegabili",
E Vendola? Dal suo staff raccontano di un governatore infuriato soprattutto per il fuoco amico che arriva dal Pd, esploso dopo la giunta che ha nominato Giancarlo Piccirillo a capo della neonata agenzia del turismo, "Pugliapromozione". Nomina che al vertice avevano considerato prematura ma che è stata fatta comunque, lasciando freddo anche Sel. "Non siamo contrari alla nomina di fiducia dell'assessore Godelli, ma non è in quota a Sel", ha detto ieri prendendo le distanze anche Michele Losappio, il capogruppo del partito del governatore. Ma Vendola non parlerà. Lo dovranno fare, volente o nolente, i suoi assessori in quota Pd. Tocca all'assessore Michele Pelillo provare a mettere ordine nella ridda di accuse, non ultima quella "sui 60 milioni di euro al "San Raffaele" di don Verzè". "Quelle risorse - ribatte subito l'assessore - non si possono più toccare perché fanno parte dell'assestamento al bilancio del 2010, invece le risorse sull'Irpef dobbiamo trovarle nel 2011".
E l'avanzo di amministrazione annunciato? "Quei 30 milioni - avverte Pelillo - non basteranno a coprire tutte le emergenze degli assessorati, una su tutte, per dare l'esempio: la stabilizzazione dei mille forestali che prenderà non meno di 15 milioni di euro". La coperta, insomma, è corta. Cortissima, altro che sprechi. La manovra sull'Irpef era insomma necessaria. "Ricordo che sono lo stesso assessore che l'ha tolta nel 2009. Ricordo anche che abbiamo limitato i danni perché siamo riusciti a strappare ai ministeri la possibilità di non applicare a tutti l'aumento massimo. Ma del "fuoco amico" non parlo". Preferisce parlare per ricucire il dialogo col governo centrale dopo le bacchettate di Fitto: "Spiace la doppia uscita del ministro sulla responsabilità dell'aumento - dice Pelillo - il mio non era un intento polemico, non voglio scatenare guerre ma solo spiegare che dal 2008 è il ministero che ci comunica quel gettito, che ce ne siamo avvantaggiati quando era in eccesso e che improvvisamente ci viene comunicato imponendoci l'aumento. È la prima volta che accade, tutto qui".
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