mercoledì 11 maggio 2011

Papa Ratzinger e i peccati della Chiesa in Argentina

I vertici delle gerarchie ecclesiastiche sono stati complici dei crimini terribili commessi dalla dittatura nel paese sudamericano. Ora hanno la possibilità di pentirsi.
Benedetto XVI, scrive Hugh O’Shaughnessy sul Guardian, ha avuto parole di grande conforto e di incoraggiamento nel messaggio che ha pronunciato alla vigilia di Natale. “Dio ci anticipa ancora e ancora in modo inaspettato”, ha detto il papa. “Egli non cessa di cercarci, per risorgere tutte le volte che ne abbiamo bisogno. Egli non abbandona la pecorella smarrita nel deserto in cui si era smarrita. Dio non si lascia confondere dal nostro peccato. Ancora ed ancora comincia di nuovo con noi“.
LE PECORE SMARRITE IN ARGENTINA - Se queste parole confortano e incoraggiano me, dice O’Shaughnessy, avranno sicuramente fatto lo stesso effetto, tra tanti altri, ai leader della Chiesa in Argentina. Ai profani giudiziosi è chiaro da anni che gli alti vertici della chiesa argentina contenevano molte “pecore smarrite nel deserto“, uomini che erano in comunione e sostenevano l’indicibile brutale dittatura militare che ha preso il potere in quel paese nel 1976 per lunghi anni. Non solo l’abbattimento generale di migliaia di persone ingiustamente, spesso lanciandoli dagli aerei lungo il River Plate e vendendo i loro bambini orfani al miglior offerente, ma uccidendo anche almeno due vescovi e molti preti. Eppure, nemmeno l’esecuzione di altri sacerdoti ha fatto nulla per scuotere il sostegno di esponenti religiosi, compresi i rappresentanti della Santa Sede, per la criminalità del loro leader, il generale Jorge Rafael Videla e dei suoi servi.
LE CONDANNE AL REGIME  – E’ accaduto che, nella settimana prima di Natale nella città di Córdoba, Videla e alcuni dei suoi militari sono stati condannati dal tribunale del loro paese per l’omicidio di 31 persone tra aprile e ottobre 1976, solo una piccola parte degli assassinii di cui sono responsabili. Le condanne hanno portato l’ergastolo per alcuni dei militari. E la novità è che gli anni di galera saranno scontati, a differenza di quanto è sempre avvenuto in Argentina e in Cile, non in comode case di riposo per le forze armate, ma nelle carceri comuni. Non sorprende che si ballava nelle strade della città quando il giudice ha annunciato le sentenze.
COMPLICI DI OMICIDI E SEQUESTRI - Purtroppo, nessun membro anziano della gerarchia argentina ha avuto alcuna espressione di rammarico per la collaborazione della Chiesa in questi crimini. L’entità della complicità della chiesa nelle torbide azioni è stata ottimamente definita da Horacio Verbitsky, uno dei più importanti giornalisti argentini, nel suo libro El Silencio. Egli racconta come la marina militare argentina con la connivenza del cardinale Jorge Bergoglio, il gesuita ora arcivescovo di Buenos Aires, nascose durante una visita di una delegazione della Commissione inter-americana per i diritti umani, i prigionieri politici della dittatura. Bergoglio li nascose niente di meno che nella sua casa per le vacanze in un’isola che si chiama El Silencio a River Plate. La cosa più vergognosa per la Chiesa è che in tali circostanze, il nome di Bergoglio è arrivato al ballottaggio quando si trattava di scegliere il successore di Giovanni Paolo II. Che scandalo ne sarebbe derivato se il primo papa ad essere eletto dal continente americano si sarebbe rivelato un complice di omicidi e sequestri.
C’E’ ANCORA TEMPO PER PENTIRSI – Ma per fortuna alle Loro Eminenze hanno regalato un’altra possibilità di esprimere contrizione. Il mese prossimo, l’assassino condannato Videla sarà chiamato in giudizio per il suo ruolo nell’uccisione di Enrique Angelelli, vescovo della diocesi andina di La Rioja e sostenitore della causa degli argentini più poveri. Era scappato sull’autostrada da un commando del regime e venne ucciso il 4 agosto 1976 poco dopo il golpe Videla. Il Cardinal Bergoglio ha un sacco di tempo per indossare un sacco di tela – magari su misura in un grigio clericale più adatto – da indossare quando le autorità ecclesiastiche saranno chiamate a testimoniare dal giudice istruttore nel caso Angelelli. Le ceneri, (per cospargersi il capo), saranno prontamente disponibili, se le dichiarazioni falsi e mendaci su Videla e Angelelli, da parte di molti vescovi argentini, saranno bruciate.

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