domenica 15 maggio 2011

Madre Teresa e il caso di Charles Keating

Personaggi-Madre TeresaAttualmente Keating sta scontando una pena di dieci anni per la parte avuta nello scandalo della Savings & Loan, indubbiamente una delle più grandi frodi della storia americana. Nei primi anni Ottanta, gli anni del boom e della deregulation del primo mandato di Reagan, Keating, insieme ad altri speculatori, lanciò un accanito e criminale assalto ai depositi dei piccoli investitori americani. I metodi che utilizzò erano quelli del prospetto illustrativo falso e della corruzione politica (nel gergo politico di Washington è ancora in uso l'espressione "the Keating Five", in onore dei cinque senatori statunitensi che gli fecero favori in cambio di consistenti donazioni per le campagne elettorali sotto forma di denaro altrui). Keating aveva ambizioni sia in campo politico che finanziario, e nella sua veste di fondamentalista cattolico conservatore aveva lavorato per Richard Nixon come membro di una assai derisa commissione incaricata di indagare sugli effetti deleteri della pornografia.
Al culmine del suo successo come ladro, Keating fece donazioni (ovviamente non di tasca propria) a Madre Teresa, per un totale di un milione e 250.000 dollari. L'autorizzò anche a servirsi del suo jet privato. In cambio Madre Teresa gli permise di sfruttare il proprio prestigio in diverse occasioni importanti e gli donò un crocifisso personalizzato da cui non si separava mai.
Nel 1992, dopo una serie di crisi politiche e finanziarie e la più costosa operazione di salvataggio della storia dei contribuenti americani, Keating fu finalmente processato. Comparve davanti alla corte di secondo grado di Los Angeles (la sua Lincoln Savings & Loan era stata prevalentemente un'operazione californiana) dove fu giudicato da quello che in seguito divenne il famigerato giudice Lance Ito. Il processo poteva avere un solo esito: il massimo della pena previsto dalla legge della California.
Durante lo svolgimento del processo, Madre Teresa scrisse alla corte chiedendo clemenza per Charles Keating. Non spese nemmeno una parola per spiegare come mai conosceva l'imputato, né offrì alcuna testimonianza diretta che attenuasse la sua opera di saccheggio ai danni del settore del risparmio.
Illustre Lance Ito,
noi non ci occupiamo né di affari, né di politica, né di tribunali. Il nostro lavoro, in qualità di Missionarie della Carità consiste nell'assistere generosamente e gratuitamente i più poveri tra i poveri.
Io non so nulla dell'attività e degli affari dì Mr. Keating, né delle questioni di cui lei si sta occupando. So solo che egli è sempre stato gentile e generoso con i poveri di Dio, e sempre pronto ad aiutare ogni volta che ce n'era bisogno. Proprio per questo motivo non voglio dimenticarlo ora che lui e la sua famiglia stanno soffrendo. Gesù ha detto: «Tutto quello che fate al più piccolo dei miei fratelli... L'AVETE FATTO A ME». Mr. Keating ha fatto molto per aiutare i poveri, ed è questo il motivo per cui le scrivo intercedendo per lui.
Ogni volta che su richiesta di qualcuno parlo con un giudice, gli dico sempre la stessa cosa. Gli chiedo di pregare, di guardarsi in fondo al cuore, e di fare ciò che Gesù farebbe nella stessa situazione. E questo è ciò che chiedo a lei, Vostro Onore.
Le esprimo la mia gratitudine pregando per lei, per il suo lavoro, la sua famiglia e le persone con cui lavora. Che Dio la benedica
M. Teresa
Due cose saltano immediatamente agli occhi. In primo luogo, sebbene l'affermazione riguardo 1'«assistere gratuitamente i più poveri tra i poveri» sia resa quasi con le stesse parole usate nell'intervista di Muggeridge, quella correlata, secondo cui i ricchi non ricevono alcuna contropartita, apparentemente è sparita. Poi c'è la sorprendente rozzezza della lettera, tanto nella composizione quanto nella presentazione. Si è indotti a considerarla la missiva di un'innocente vecchina che ignora la cupidigia e l'indignazione, e che ingenuamente desidera intercedere per motivi dovuti a una pietà di natura alquanto oscura. Per esempio, il discorso fortemente ideologico che Madre Teresa fece in occasione della consegna del Premio Nobel è decisamente di tutt' altro tenore. È scritto e presentato in modo professionale. E molti altri dei suoi interventi pubblici dimostrano un senso molto più marcato del mondo reale, anche quando sceglie di parlare di argomenti, come la sessualità e la procreazione, su cui deve per forza di essere incompetente per inesperienza.
Il sospetto che l'appello fosse improntato a una certa falsa ingenuità lo ebbe anche Paul Turley il quale, in qualità di vice procuratore distrettuale di Los Angeles, fu uno dei pubblici ministeri nel processo contro Keating. Di propria iniziativa, e in veste di cittadino privato, scrisse e spedì un'oculata risposta a Madre Teresa.
La pubblico di seguito per la prima volta:
Cara Madre Teresa,
Sono un vice procuratore distrettuale della Contea di Los Angeles, e uno dei rappresentanti della pubblica accusa nel processo contro il suo benefattore, Charles H. Keating Jr. Ho letto al giudice Ito la lettera che lei ha scritto a favore di Mr. Keating, e in cui ammette di non sapere nulla né delle sue attività né delle accuse di reato a suo carico presentate al giudice Ito. Le scrivo allo scopo di fornirle un breve ragguaglio dei crimini per i quali Mr. Keating è stato condannato, per darle un quadro della provenienza dei soldi che Mr. Keating le ha donato, e per suggerirle di compiere il gesto morale ed etico di restituire il denaro ai suoi legittimi proprietari.
Mr. Keating è stato condannato per aver frodato oltre 900.000 dollari a diciassette individui. Queste diciassette persone rappresentavano a loro volta 17.000 cittadini ai quali Mr. Keating ha rubato 252.000.000 di dollari. Nello specifico, la frode perpretrataMr. Keating consiste nell'aver fatto una serie di dichiarazioni fraudolente a persone che compravano azioni della sua società. Egli era inoltre a conoscenza di informazioni importantissime che ha intenzionalmente nascosto agli acquirenti delle azioni, inducendo così le sue vittime a credere di fare un investimento sicuro e a basso rischio. In realtà il loro denaro serviva a finanziare lo stile di vita eccessivo e dispendioso dello stesso Mr. Keating.
Le vittime della frode di Mr. Keating provengono da un ampio spettro della società. Alcune erano ricche e istruite, ma si trattava per la maggior parte di persone con pochi mezzi e che avevano poca dimestichezza con l'alta finanza. Tra loro addirittura un povero falegname che non sapeva parlare l'inglese, e che si ritrovò derubato dei risparmi di tutta la sua vita grazie alla truffa di Mr. Keating. Il motto biblico della sua organizzazione è: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me»; e proprio i più piccoli dei fratelli sono tra coloro che Mr. Keating ha spennato senza batter ciglio. Come lei ben sa, tutti possono ottenere il perdono divino, ma il perdono deve essere preceduto dall ' ammissione del peccato. Non solo Mr. Keating non ha ammesso i suoi peccati e i suoi crimini, ma insiste superbamente nel dare la colpa dei suoi misfatti ad altri. Lei vive un'ammirevole esperienza con i poveri. La mia esperienza, invece,riguarda l'imbroglione e il truffatore. Non è insolito che gli imbroglioni si mostrino generosi con i parenti, gli amici e le opere pie. Forse credono di poter comprare con la generosità l'amore, il rispetto o il perdono. Tuttavia, i tempi in cui l'acquisto di indulgenze era un sistema accettabile per chiedere perdono sono finiti con la Riforma. Nessuna Chiesa, nessuna opera pia, nessuna organizzazione dovrebbe permettere di essere utilizzata come balsamo per la coscienza dei delinquenti. Siamo tutti grati per l'esistenza del perdono, ma dobbiamo anche, tutti, fare il nostro dovere. Questo vale anche per il giudice e per la giuria. Rammento a me stesso il monito biblico del profeta Michea: «Uomo, ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te. Praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente».
Siamo sollecitati ad amare la pietà ma dobbiamo praticare la giustizia.
Lei esorta il giudice Ito a guardarsi in fondo al cuore - al momento di emettere la sentenza per Charles Keating - e fare quel che farebbe Gesù. Io lancio la stessa sfida a lei. Si chieda che cosa farebbe Gesù se gli donassero i frutti di un crimine, che cosa farebbe Gesù se venisse a trovarsi in possesso di denaro rubato, che cosa farebbe Gesù se un ladro si servisse di Lui per scaricare la propria coscienza. Immagino che Gesù restituirebbe prontamente e senza indugio i beni rubati ai legittimi proprietari. Lei dovrebbe fare lo stesso. Ha ricevuto del denaro da Mr. Keating, il quale è stato condannato per averlo rubato con la frode. Non gli conceda le indulgenze che desidera. Non tenga quel denaro. Lo restituisca alle persone che lo hanno guadagnato col proprio lavoro !
Se lo desidera la metterò direttamente in contatto con i legittimi proprietari dei beni ora in suo possesso.
Cordiali saluti PaulW.Turley
A tre anni di distanza, Paul Turley non ha ancora ricevuto risposta alla sua lettera. E nessuno può render conto del denaro mancante: i santi, a quanto pare, sono esenti dalle verifiche contabili.
Questo non è assolutamente l'unico esempio dell'atteggiamento subdolo di Madre Teresa nei confronti del denaro, né delle sue ipocrite affermazioni solenni sulla bellezza della povertà, volontaria o meno che sia. Ma è l'esempio più chiaro e meglio documentato, ed è inattaccabile dalla solita apologetica che chiama in causa l'innocenza e il distacco dalle cose terrene. Nel suo modo di maneggiare il "vil metallo", come nei suoi rapporti con il potere, Madre Teresa governa un regno che appartiene, eccome, a questo mondo.

tratto dal libro “La posizione della missionaria” di C.Hitchens


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