domenica 29 maggio 2011

I soldi di Anemone, nella lista compare anche il cardinale Sepe


C'è una voce «C. Sepe 5.000 euro» che secondo i magistrati si riferisce a presunti regali per il presule

Crescenzio Sepe
Crescenzio Sepe
NAPOLI - È contenuto in una relazione tecnica relativa all’analisi dei computer di Alida Lucci, segretaria di Diego Anemone, l’elenco dei presunti regali fatti dal costruttore a diversi personaggi del mondo della politica, come l’ex ministro Claudio Scajola. Documenti depositati dalla procura di Perugia nell’ambito dell’indagine sulla cosiddetta cricca degli appalti. È così emerso che Anemone aveva rapporti economici dal 2001 con l’allora ministro Scajola, retribuendo anche il suo autista. Avrebbe inoltre messo a disposizione la caparra per l’acquisto del suo appartamento romano in via del Fagutale (ma tra le uscite di Anemone figura anche un frullatore per l’ex ministro).
Soldi e bonifici - scrivono ancora i quotidiani - anche per l’ex ministro Pietro Lunardi e auto di lusso per il cerimoniere di Sua Santità monsignor Francesco Camaldo, ma anche denaro per il cardinale Crescenzio Sepe. Dagli accertamenti tecnici è poi emersa una fattura da 30 mila euro in favore di Olivia Bertolaso, la figlia dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Emergono poi spese immobiliari per il presidente dell’Enac Vito Riggio e 20 mila euro a beneficio di un immobile della coppia Giulio Violati-Maria Grazia Cucinotta.
Era stato l'autista tunisino Ben Laid Hidri Fathi a raccontare di aver portato più volte Anemone agli appuntamenti con monsignor Camaldo. E scorrendo le «uscite» emerge come il 12 luglio 2007 il costruttore abbia versato 3.250 euro per le spese del fuoristrada del cerimoniere del Papa, presumibilmente l'assicurazione. Denaro anche per monsignor Francesco Di Muzio che è stato capo ufficio di Propaganda Fide. Per una sua benedizione il 19 maggio 2004 l'imprenditore ha pagato ben 5mila euro. E poi ha continuato a occuparsi di lui: nel 2008 oltre 600 euro sono stati spesi in profumeria. Il 12 novembre 2004 c'è una voce «C. Sepe 5.000 euro» che secondo i magistrati si riferisce al cardinal Crescenzio Sepe che all'epoca guidava Propaganda Fide ed è indagato per corruzione insieme all'ex ministro Lunardi. In cambio della cessione del palazzo di via dei Prefetti avrebbe infatti ottenuto la ristrutturazione della sede della Congregazione attraverso i finanziamenti della Arcus per un esborso complessivo di 10 milioni di euro.
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