12 gennaio 2011 - Il sito di informazione “libera e cattolica” di nuovo all’attacco del governatore della Puglia.
Dov’erano finiti quelli di Pontifex.Roma? Il sito di informazione libera e cattolica diretto da Bruno Volpe è di nuovo tornato a criticare il governatore della Puglia, Nichi Vendola: nel suo ormai tradizionale appuntamento sullo stile “intervista un vescovo tradizionalista”, la parola viene data a Monsignor Odo Fusi Pecci, vescovo emerito di Senigallia. Che in un colloquio a tutto campo su tradizione, fede e sessualità, parte dal commentare le parole di papa Joseph Ratzinger per arrivare a criticare la condotta di vita del presidente della regione Puglia, Nichi Vendola.
OSCENO! LIBERTINO – Vendola, cattolico e omosessuale, gli chiede il direttore: come è possibile? Infatti non lo è, risponde il vescovo emerito: “Non è esatto”. Perchè chi è cattolico, deve seguire pedissequamente gli insegnamenti del magistero, che sulla morale sessuale sono molto precisi.
Chi é cattolico coerente e serio deve rispettare sia la Parola che il Magistero della Chiesa. Lui, al contrario, é un bugiardo libertino, uno che vive come se Dio non esistesse, in una situazione irregolare e perversa.
Così monsignor Fusi Pecci, che non rinuncia, contestualmente, a dare indicazioni di voto. Vista la sua condizione di libertino peccaminoso, nessun cattolico dovrebbe mai votare Nichi Vendola, perchè è uno che “inganna di mestiere”.
SESSO? NO GRAZIE – A tutto campo la conversazione, dicevamo: di recente, è noto, Papa Benedetto XVI ha parlato dell’ educazione sessuale, che si allontana da Dio se non rispetta alcuni criteri. Monsignor Pecci rincara la dose, affermando che l’unica educazione sessuale sensata è quella che ricorda al credente che l’ atto sessuale è finalizzato esclusivamente alla procreazione, “come servizio ed oblazione tra un uomo e una donna uniti nel vincolo sacramentale del matrimonio” – in pieno stile “non lo fo per piacer mio, ma per dare un figlio a Dio”, come recita un vecchio adagio popolare, del resto. Allo stesso modo sarebbero così condannabili tutti gli atti sessuali precedenti al matrimonio o effettuati con conviventi more uxorio, proprio perchè non consacrati dal vincolo sacramentale.
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