Secondo il presidente dell'XI Municipio, effettuati senza autorizzazioni i lavori per una nuova sede del Bambino Gesù. La replica dell'ospedale: tutto in regola
venerdì 10 dicembre 2010
Un mini-sindaco contro il Vaticano:«A San Paolo costruisce senza permessi»
Secondo il presidente dell'XI Municipio, effettuati senza autorizzazioni i lavori per una nuova sede del Bambino Gesù. La replica dell'ospedale: tutto in regola
ROMA - L’XI Municipio di Roma contro la Santa Sede. Il Vaticano attaccato per la costruzione di un edificio a San Paolo destinato ad ospitare strutture dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Andrea Catarci, presidente del municipio competente per territorio, attacca l’iniziativa edilizia come un ecomostro. Dal Vaticano no comment, la difesa del cantiere è lasciata all’ospedale pediatrico che spiega come l’operazione immobiliare sia destinata a «creare un centro di ricerca d’eccellenza finalizzato alla tutela della salute dei bambini italiani e stranieri». Centro che dovrebbe essere pronto per il gennaio 2012. Ma intanto è polemica rovente.
VIOLATE LE PROCEDURE - La denuncia dell'XI circoscrizione è stata ufficializzata ieri: «A fianco alla Basilica di San Paolo, in terreni di proprietà del Vaticano, è in corso l’edificazione di un imponente complesso edilizio destinato all’ospedale Bambino Gesù - accusa Andrea Catarci, mini sindaco del Municipio Roma XI -. Ma per questo terreno non è stato richiesto nessun permesso a costruire, ritenendo che si potesse seguire una procedura tutta interna allo Stato del Vaticano».Poi l’argomentazione del no: «Sono tre le probabili violazioni rilevate nella procedura-fantasma (per le istituzioni italiane) – sottolinea Catarci –: la normativa nazionale sull’edilizia è rimasta del tutto inosservata; ignorate le convenzioni Unesco del 1972 e del 2003, sottoscritte anche dalla Stato Vaticano, che prevedono la tutela integrali dei siti archeologici ritenuti patrimonio dell’umanità, come i resti della Villa della Roma Imperiale e il cimitero di San Paolo presenti nell’area; la lettura di parte dei Patti Lateranensi del 1929 che prevedono sì la facoltà dello Stato Vaticano di dare ai propri immobili l’assetto ritenuto più opportuno, ma non parlano di libertà di costruire nuovi manufatti».
CEMENTO E PATTI LATERANENSI - Gli stessi Patti Lateranensi, sostiene Catarci, «danno allo Stato italiano assicurazione di un corretto operato della Chiesa, per le nobili tradizioni artistiche, che in tal caso sembrano però passate in secondo ordine». Il Municipio competente annuncia la presentazione, a giorni, di una denuncia-querela alla magistratura, cui verrà chiesto il sequestro dell’intero complesso. Intanto, attacca il mini sindaco dell'XI, «si aggiunge l’altrettanto necessaria denuncia politica sull’imbarazzante silenzio che, dal sindaco Alemanno ai ministri, circonda l’intera vicenda».LA REPLICA: «REGOLE RISPETTATE» - Secca la replica del Bambino Gesù. «Tutto è stato fatto – spiegano fonti rappresentative dell’ospedale pediatrico -, nella piena salvaguardia e nel pieno rispetto del territorio e delle qualità condivise dalla collettività. A questo punto la tabella di marcia prevede un inizio operativo per il gennaio del 2012». Tutto chiaro? «Nient’affatto - interviene Luigi Nieri capogruppo di Sinistra e Libertà nel consiglio regionale -. Resta sconcertante il silenzio del sindaco Alemanno e del governo rispetto all’incresciosa vicenda di questo immobile, come ha dichiarato Catarci. E il Vaticano non può utilizzare le sue procedure senza tenere in minima considerazione le regole vigenti nel nostro Paese, il parere delle istituzioni locali e facendo carta straccia sia dei Patti Lateranensi sia delle convenzioni Unesco relative ai siti archeologici patrimonio dell’umanità». A fronte della prossima denuncia-querela per il sequestro del complesso da parte dell'XI Municipio, prosegue Nieri, «sarebbe auspicabile che l’assordante silenzio da parte del Comune di Roma, del governo, ma anche della stessa Chiesa fosse rotto, per provare a spiegare come si intende rimediare ai gravi errori procedurali commessi».
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