Reddito fisso per la Curia di Milano. E le suore bresciane si affidano alla Banca Lombarda. Ma le azioni Olivetti e Mediaset sono le preferite da eremiti e frati
Risparmio, la Chiesa sceglie le obbligazioni Reddito fisso per la Curia di Milano. E le suore bresciane si affidano alla Banca Lombarda MILANO - Qualcuno lo ricorda come il miracolo borsistico dei frati genovesi. Nel suo piccolo (pochi miliardi) è stata una delle più brillanti operazioni finanziarie nella storia della Chiesa cattolica. Tutto avvenne in un pomeriggio dell' estate ' 97. Due settimane prima i Frati Minori Cappuccini di Genova erano stati catapultati nella grande finanza di Piazza Affari dal concittadino Angelo Gazzolo. Questo ricco signore, passando a miglior vita, aveva lasciato in eredità ai suoi frati il 2,68% dell' Acquedotto De Ferrari Galliera, società quotata. Roba grossa per i Cappuccini. Roba da Ior, avranno pensato. E allora via, vendere tutto. Ma occhio, perché l' operazione è da manuale (e i Cappuccini sono genovesi): in quel pomeriggio la Borsa chiude (ore 17) con il titolo De Ferrari a 4.797 lire. I frati non hanno ancora venduto. Lo fanno (con un' operazione sul mercato dei blocchi) un quarto d' ora dopo (17.15) a 6.000 lire. È il colpo grosso, favorito dalle voci di un' Opa. Un altro quarto d' ora dopo (17.30) arriva puntuale l' Opa dell' Amga, l' azienda comunale. Risultato: i Cappuccini incassano 3,6 miliardi e benedicono l' Amga e il loro ragioniere.
La sofisticata operazione dei frati genovesi è un po' fuori dagli schemi. Piazza Affari e Piazza S. Pietro si incontrano spesso e succede quando le grandi istituzioni della Santa Sede, gli ordini religiosi (centinaia) o le strutture territoriali (curie, parrocchie) della Chiesa cattolica entrano nel capitale di una società quotata. Piccole partecipazioni, quasi sempre investimenti di medio-lungo termine e in società legate all' economia "reale". Poca new economy, rarissime le operazioni speculative e i guadagni vanno al servizio della Chiesa. Dal Vaticano in giù, la parola d' ordine è prudenza. La Curia di Milano, ad esempio, una delle più ricche, «investe quasi esclusivamente in obbligazioni», dice il portavoce dell' arcivescovo. La supervisione è affidata ad un consiglio di amministrazione per gli affari economici. Mantova è una piccola diocesi e di recente la Curia è salita alla ribalta per un piccolo investimento in Olivetti, l' azienda del mantovano Roberto Colaninno. Il vescovo è venuto a saperlo dalla stampa e il motivo è semplice: spesso la gestione degli investimenti è affidata alle banche locali che hanno un certo margine di manovra. Quando si parla di Borsa non si può dimenticare che a Brescia c' è un concentrato di realtà cattoliche (l' Ordine delle canossiane, le Ancelle della carità, ecc.) che ha casa nel capitale e nel patto di sindacato di Banca Lombarda. Caso limite, poi, quello della Cattolica Assicurazioni, quotata in Borsa, il cui statuto vieta l' iscrizione a socio di chi non professa la religione cattolica. Lo Ior (Istituto per le opere di religione), la banca vaticana riformata e ripulita dopo lo scandalo dell' Ambrosiano, fa storia a sé. È una banca commerciale, indipendente dalla S. Sede ed è guidata da Angelo Caloia, ex presidente del Mediocredito Lombardo. È il punto di riferimento di diocesi, missioni, congregazioni, ordini religiosi che depositano i loro beni destinati a opere di religione o di carità. Lo Ior custodisce e amministra migliaia di miliardi suddivisi in 40 mila conti. La banca è un azionista importante di Banca Intesa ed ha partecipazioni in diverse società quotate, tra cui Mediaset. Il cardinale Agostino Cacciavillan guida l' Amministrazione patrimonio della sede apostolica (Apsa), una sorta di ministero delle finanze con lo status (riconosciuto dal Fondo monetario internazionale) di banca centrale del Vaticano. Qui lavorano in gran parte funzionari laici alle prese ogni giorno con i mercati di tutto il mondo e con ferree regole: cautela e rischio ridotto al minimo. Qualche anno fa l' Apsa comparve tra i soci della Safilo (con lo 0,044%) ma si sa che ha quote di altre società del listino. Tra gli organismi che sovrintendono alle finanze vaticane c' è anche la Prefettura degli affari economici, guidata dal cardinale Sergio Sebastiani. Ha il compito di vigilare e controllare le amministrazioni che dipendono dalla S. Sede. Non ha partecipazioni in società quotate. O almeno non risulta. Perché la verità è che non si potrà mai sapere quanto effettivamente Piazza S. Pietro sia presente in Piazza Affari. Non esiste (e non potrebbe esistere) un "bilancio consolidato" della Chiesa. Ognuno è libero, vescovi e frati, curie e Ior, di investire con prudenza qualche milione o qualche miliardo da far fruttare per il bene della Chiesa. Mario Gerevini PIAZZA AFFARI Ma le azioni Olivetti e Mediaset sono le preferite da eremiti e frati MILANO - Lo Ior, si sa, da anni frequenta la Borsa, se non altro per quella storica partecipazione nell' Ambroveneto e poi in Banca Intesa. In Piazza Affari, inoltre, è forte la presenza delle Fondazioni dove spesso ci sono uomini vicini alla curia. A Siena, ad esempio, l' arcivescovo Gaetano Bonicelli avrà un delegato negli organi di indirizzo della fondazione Montepaschi e a Reggio Emilia il vescovo nomina un suo rappresentante nella Fondazione Manodori che possiede il 12,7% di Bipop. Ma la notizia è che anche i Frati minori veneti e gli Eremiti di Camaldoli sono coinvolti nelle questioni terrene del Mib30 e dei dividendi. Infatti sono soci di due grandi holding quotate e sono anche in buona e cattolica compagnia. Basta scorrere lo sterminato elenco degli azionisti Mediaset o quello di Olivetti, due tra le più grandi holding di Piazza Affari, per incrociare vescovi e frati e le grandi istituzioni della Chiesa. Tutti con piccole partecipazioni e tutti puntualmente registrati al momento dell' incasso del dividendo. Così a Ivrea spuntano, tra una finanziaria lussemburghese e qualche centinaio di soci bresciani, i Frati minori veneti con sole 1.000 azioni mentre è più solida (15 mila titoli, una settantina di milioni di lire) la posizione dell' Istituto centrale sostentamento clero. Anche la Curia di Mantova con 7 mila Olivetti si è accomodata nel libro soci. Ma la più alta concentrazione di catto-investitori istituzionali si ritrova nelle tv di Berlusconi che negli ultimi due anni hanno attratto soci insospettabili. Fa un certo effetto, ad esempio, scoprire che i vescovi hanno comprato 25 mila azioni Mediaset custodite in un deposito titoli alla Banca di Roma. Per la precisione si tratta della Conferenza episcopale italiana (Cei), l' organizzazione dei vescovi italiani presieduta dal cardinale Camillo Ruini. «Colleghi» di Berlusconi in quanto proprietari della tv Sat 2000. Ma sono spiccioli a confronto delle 175 mila Mediaset in mano allo Ior, la banca vaticana che sulle tv del Cavaliere ha puntato qualche miliardo e aperto un conto titoli all' Unicredito. Il vescovo di Milano ha messo in campo l' Arcidiocesi, titolare di 18 mila azioni. Seppure molto indirettamente, anche il Papa può essere considerato azionista di Mediaset: l' Amministrazione patrimonio sede apostolica (in pratica la Banca centrale vaticana) ha 2 mila azioni del Biscione depositate all' Unicredito. Ma non finisce qui. Nel conto dei soci Mediaset bisogna mettere anche la casa Generalizia degli Eremiti di Camaldoli, l' Ordine dei Frati Minori di S. Francesco d' Assisi (indirizzo: Piazza Porziuncola 1, Assisi, Chiesa di Santa Maria degli Angeli) e la Direzione generale opere Don Bosco. M. Ge. Tre istituti amministrano le finanze vaticane I tre grandi organismi che sovrintendono alle finanze vaticane. APSA L' Amministrazione del patrimonio della sede Apostolica amministra i beni di proprietà della S. Sede è guidata dal cardinale Agostino Cacciavillan. È in pratica la banca centrale e il ministero delle Finanze del Vaticano. Funziona da tesoreria e gestisce gli stipendi dei dipendenti dello Stato vaticano nonché gli immobili posseduti nel Comune di Roma e un patrimonio di azioni e obbligazioni. IOR È la banca vaticana formalmente indipendente dal Vaticano lo Ior (Istituto per le opere di religione), guidato da Angelo Caloia, fa il banchiere e l' amministratore per conto di diocesi e ordini. PREFETTURA DEGLI AFFARI ECONOMICI Ha funzioni di vigilanza e controllo delle amministrazioni che dipendono dalla S. Sede. È una sorta di ministero del Bilancio e di Corte dei conti nelle mani del cardinale Sergio Sebastiani
0 commenti:
Posta un commento