lunedì 27 dicembre 2010

“IL VATICANO INDECISO SULL’ OLOCAUSTO, I PRETI ERANO DIVISI SU PIO XII”


Pio XIINuovi cables di Wikileaks filtrati dai sacri palazzi mostrano una sostanziale empasse diplomatica nello schierarsi con decisione sui fatti della Seconda Guerra Mondiale.
Il Vaticano prima firmò un accordo scritto col quale si impegnava ad entrare in una organizzazione internazionale di ricordo e memoria dell’Olocausto, e poi se ne disimpegnò, dati i furiosi dibattiti all’interno della Curia sul ruolo e sul ricordo da dare a Pio XII, il papa della Seconda Guerra Mondiale più volte accusato di collusione con il nazismo e l’ antisemitismo.
SAN WIKILEAKS – A mostrare questa verità è ora l’ ennesimo cable indirizzato dall’ ambasciatore americano presso la Santa Sede al governo centrale di Washington, rintracciato da Wikileaks e pubblicato dal Guardian. In esso, tutte le esitazioni del clero a schierarsi con nettezza dalla parte delle vittime dell’ Olocausto:

principalmente per colpa della poca chiarezza sul ruolo del pontefice che prima di assurgere alla Cattedra di Pietro era stato Nunzio apostolico a Berlino. Sta di fatto che, dopo aver firmato un impegno scritto in questo senso, “il Vaticano si disimpegnò completamente” dall’ intenzione di aderire come osservatore al Task Force for International Cooperation on Holocaust Education, Remembrance, and Research, un network di organizzazioni e stati che voleva promuovere la memoria e la storia della Shoah. Il motivo, spiega il Guardian, non era molto chiaro ai diplomatici americani: due le ipotesi.
La decisione potrebbe essere stata presa del relativamente inesperto nuovo viceministro degli Esteri del Vaticano e, se così, non sarebbe la prima volta che il Vaticano si complica le relazioni internazionali. Ma il Vaticano si starebbe anche ritraendo per colpa delle richieste da parte dell’ITF di declassificare documenti del pontificato della Seconda Guerra Mondiale di Papa Pio XII. Indipendentemente dalla causa, comunque, l’ITF continuerà a ricercare legami più stretti con la santa sede nei mesi a venire.
PIO XII – Insomma: errore grossolano di un giovane diplomatico o intenzione deliberata della Santa Sede, non importa. Fatto sta che i paesi coinvolti nel network di ricordo e promozione della cultura della lotta all’ antisemitismo erano “dispiaciuti” dall’ atteggiamento del Vaticano. Tutta colpa di Pio decimo-secondo, di cui il Guardian restituisce un breve ritratto utile alla comprensione della vicenda.
Pio XII è stata una figura controversa: non ha mai pubblicamente denunciato l’ olocausto nel 1941 o nel 1942, quando il Vaticano fu per la prima volta informato di quanto si stava verificando. Prima di diventare Papa, servì come Nunzio Apostolico a Berlino. Alcuni gruppi ebraici lo hanno accusato di atteggiamenti antisemiti; i suoi difensori, fra di essi anche molti ebrei, hanno sottolineato che qualsiasi resistenza ulteriore ai nazisti sarebbe potuta essere controproducente, citando l’esempio della chiesa in Olanda, dove la repressione selvaggia e la deportazione di molti ebrei seguì la denuncia delle politiche Naziste dal pulpito.
DOCUMENTI CLASSIFICATI – Dunque la figura del papa di guerra era controversa per gli stessi sacri palazzi, che non sapevano bene come schierarsi, se a favore o contro la declassificazione di documenti riservati sulla sua epoca. La situazione prova ad evolvere sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, deciso a canonizzare il predecessore: ma per farlo, sarebbe stato essenziale un approfondimento sulla sua vita e sulle sue opere. Così, il Papa buono dette l’ordine ad un team di ricercatori di analizzare tutti i documenti del pontificato di Pio XII, in previsione di una loro pubblicazione integrale. Ma fu un breve idillio.
Nel 2002, in parte rispondendo ad una pressione americana, Papa Giovanni Paolo II, che voleva canonizzare il suo predecessore, autorizzò il rilascio di documenti risalenti all’era di ambasciatore in Germania di Pio XII. “La decisione appare essere un tentativo dal Papa per mettere a tacere accuse di anti-semitismo sollevate contro il suo predecessore Pio XII”, scriveva il diplomatico americano; “Potrebbe contare anche il rinnovato interesse del Vaticano nella beatificazione di Pio XII, libera dal peso dello scandalo e della derisione. La decisione da parte di Papa Giovanni Paolo II di dispensare con procedure standard i documenti in questo caso viene dopo anni di affermazioni del Vaticano sul fatto che questo materiale non potesse essere rilasciato, perchè mai propriamente catalogato. La decisione però mostra che qualsiasi cosa il Papa voglia, viene in effetti messo in pratica”. Ma questo non sarebbe rimasto vero per molto tempo. Mentre Papa Giovanni Paolo II affondava nel morbo di Parkinson, che lo avrebbe ucciso nel 2005, il Vaticano nicchiava. Ci sono riferimenti alla scarsità di ricercatori, e quando il tema verrà ripreso nel 2009 ogni speranza di compromesso sarà ormai perduta.
Dunque, secondo gli archivi di Wikileaks, si sarebbe trattato di un insabbiamento in piena regola da parte della Curia Vaticana, decisa a conservare un alone di dubbio su una figura tuttora dibattuta nella storiografia del XX secolo.

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