domenica 5 dicembre 2010
Il governo regala milioni. Alla Chiesa e alle feste. E non c’è un euro in cassa
Approvati al Senato finanziamenti per oltre 100 milioni a chiese, fondazioni, feste, manifestazioni sportive. Al di fuori di ogni criterio logico per la selezione degli interventi e a completa discrezione dei parlamentari impegnati in Commissione. Alla faccia del rigore finanziario
Eccola, zitta zitta e quatta quattra l’ultima performance della cosiddetta legge mancia, lo strumento legislativo che consente finanziamenti a pioggia per enti pubblici, privati, chiese e associazioni sparsi su tutto il territorio nazionale e che ogni anno dà esempio di come si possano elargire risorse pubbliche in maniera del tutto aleatoria, al di fuori di ogni criterio logico di scelta e distante da qualsiasi genere di valutazione per la selezione degli interventi. A fare la differenza nell’individuazione dei destinatari del denaro, ancora una volta, è stato l’interesse di parte del singolo parlamentare, intento ad accontentare il proprio territorio di riferimento e il proprio bacino elettorale, piuttosto che le reali necessità del bene o del servizio acquistato con risorse dello Stato.
SPESA SENZA FRENI – La risoluzione approvata ieri dalla commissione Bilancio del Senato all’unanimità impegna il governo a spendere circa 109 milioni di euro tra il 2009 ed il 2011 per un totale di 568 interventi di valore dal milione a poche migliaia di euro. Una cifra in forte crescita se si considera che nel 2007 furono indirizzate verso questo tipo di spesa, ma solo per quell’anno, circa 17 milioni. A farla da padrone è l’Abruzzo: alla regione colpita l’anno scorso dal terremoto sono infatti destinati 153 interventi, ma stupisce di più che la maggior parte della spesa sia destinata all’Italia settentrionale. A Nord, infatti, i senatori hanno destinato ben 259 finanziamenti contro i 156 che vanno al centro-sud del Paese. Qualche anno fa si era cercato di sopprimere la pratica della legge mancia. Era il 2007 quando l’Idv presentò un ordine del giorno alla Finanziaria. L’impegno aveva il parere favorevole del governo, ma venne bocciato dall’aula del Senato.
DI TUTTO, DI PIU’ – Di svariata natura i beni e i servizi acquistati. Si passa dallastatua (comprarla ed installarla costa 30.000 euro) di Giovanni Paolo II perL’Aquila a tre pianoforti, sempre per il capoluogo abruzzese. Dalleristrutturazioni delle canoniche ai restauri di diverse chiese ed oratori, fino al finanziamento della manifestazione Celts to Rome (45.000 euro), passando percampi da tennis, di baseball e dell’immancabile calcio.
SOPRATTUTTO ALLA CHIESA – Gli interventi a pioggia vanno prevalentemente a sostegno di strutture ecclesiastiche (sono una sessantina i finanziamenti in favore di chiese e parrocchie, tra i quali spicca quello si 300.000 euro alla Parrocchia SS. Salvatore di Termini Imerese (Pa) per la ristrutturazione della chiesa e della canonica). Tanti bei soldi (112.000 euro) per il restauro dellaChiesa di Santa Maria delle Grazie a Mondragone (Na), per il recupero delSantuario di San Rocco a Roccamontepiano, per una canonica di Chiuso di Lecco (150.000 euro), per l’organo a canne della parrocchia Beata Vergine Assunta di Viguzzuolo, in provincia di Alessandra (70.000 euro). Mentre 100mila euro vanno per il restauro della parrocchia di San Gerlando, nell’Isola di Lampedusa.
ALTRE CATEGORIE – Non è solo la Chiesa a gioire. Risorse prezione anche perfeste (250.000 euro vanno, ad esempio, al comune di Bergamo per l’Adunata degli Alpini), o manifestazioni sportive (come i 360.000 euro per ristrutturare il campo di baseball di Russi, in provincia di Ravenna). Insieme a qualcosa che invece non dovrebbe mai mancare, come il sostegno alle fondazioni culturali e quello alle opere benefiche (come i 75.000 euro che vanno alla mensa per i poveri della parrocchia Sant’Ilario a Roma).
FONTE
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