Prima la denuncia, quest’ estate. L’ indagine parte per violazione della legge Merlin (istigazione alla prostituzione) e va avanti, sempre più choccante, con due ulteriori e recenti interrogatori. Sono state convocate al mattino presto in Procura, due giorni fa, come persone informate sui fatti. Sono le presunte “vittime” di don Carlo Rebagliati, parroco di Noli, già economo e responsabile del patrimonio culturale e artistico della diocesi di Savona. Vittime indicate da G.C., tossicodipendente di 40 anni, che aveva denunciato ai carabinieri le richieste di rapporti sessuali da parte del prete in cambio della concessione di piccoli lavoretti remunerati in canonica. Una denuncia ritenuta “attendibile”da chi indaga, dopo che nell’ufficio del sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro alla presenza di due militari del nucleo operativo del comando provinciale, chi l’ha firmata a ripetuto le sue accuse.
Una storia tutta da chiarire, dopo un interrogatorio fiume in cui G.C. è entrato e uscito fuori dall’ufficio del pm più volte per riflettere e raccontare le sue accuse e le sue angosce. In Procura poi due giorni fa sono state sentite altre due persone. Anche loro quarantenni e soprattutto anche loro ospitati da don Carlo nella canonica di Noli dove lavorano come manovali. Si tratta di due extracomunitari, uno egiziano, sposato, residente con la famiglia a Cairo, e l’altro marocchino che vive da solo, con la moglie nel paese natio. Massimo riserbo su quanto hanno dichiarato, ma da quanto trapelato non avrebbero riferito di essere stati costretti a prostituirsi con il sacerdote indagato in cambio di lavoro.
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