di Cole Moreton
Napoli Ora so di poter resistere a qualunque cosa”, dice Juliana Buhring con aria quasi annoiata in un caffé di Napoli dove ci incontriamo. Juliana ha vissuto in molti Paesi costretta a fuggire e a nascondersi. Ha appena 31 anni, ma ha già subito esperienze tremende che avrebbero distrutto molte persone.
Quando la vedi non sono ovvie né le sofferenze da lei patite né la sua forza di carattere. È una bella donna con un vistoso tatuaggio sulle spalle e ha un’espressione rilassata. “Sono più forte e più dura della maggior parte delle persone”, riconosce. Juliana ha visto la luce all’interno di una setta religiosa, una delle più famigerate dei nostri tempi: la “family of love”, detta anche “i figli di Dio”.
Juliana ha trascorso l’infanzia e la giovinezza dietro alti muri, in comuni i cui membri dividevano tutto, compreso il corpo. I bambini venivano avviati al sesso in tenera età ed educati al libero amore non solo tra loro, ma anche con gli adulti. Juliana fu separata dai genitori, terrorizzata e percossa. Ma alla fine è riuscita a liberarsi dei suoi aguzzini e, con le sue sorelle, ha scritto un libro, “Not without my sister”, che ha contribuito a smascherare la vera natura della setta. Oggi gestisce una scuola di inglese in Italia, ma non si accontenta. “Voglio vedere di cosa sono capace, fisicamente e intellettualmente. Voglio scoprire i miei limiti. Ho sopportato esperienze atroci e ho saputo resistere. Chiamatemi pure masochista, ma mi incuriosisce sapere fin dove posso spingermi”.
TANTO per cominciare si sta allenando per fare il giro del mondo in bicicletta. La partenza è prevista il 14 luglio. “Debbo pedalare per 29 mila chilometri con la stessa bicicletta e intendo compiere 200 chilometri al giorno. Penso di essere di ritorno per Natale”. La sponsorizza, tra gli altri, l’attrice italiana Ma-ria Grazia Cucinotta, anche se trovare finanziamenti in tempi di crisi non è facile. “Ma io non mi abbatto né mi arrendo”, dice. Perché lo fa? “Perche no? ”, risponde. Ma la risposta alla domanda affonda le radici nella storia della sua vita. Suo nonno era un ufficiale dell’esercito britannico. “Mio padre era uno sbandato, un aspirante attore fallito, quando conobbe ‘i figli di Dio’ a Londra tramite una sua ragazza”. La setta gli consentì di mostrare il suo talento di attore e inoltre suo padre aveva una autentica adorazione per il capo, David Berg. Suo padre nel 1974 sposò una inglese, anche lei appartenente alla setta. Ebbero tre figli, ma il capo della setta ordinò loro di separarsi. I vertici della setta erano tutti americani, ma i seguaci venivano da ogni parte del mondo. Suo padre sposò poi una donna tedesca dalla quale ebbe quattro figli, tra cui Juliana nata nel 1981 in una comune in Grecia. Ma anche questa volta il padre fu costretto a lasciare la moglie.
“Secondo la dottrina della setta eravamo tutti sposati in Cristo come una sola, grande famiglia”, dice Juliana che a tre anni fu allontanata dalla madre. “Ricordo benissimo quel giorno. Corsi fuori e vidi un’auto che si allontanava con mia madre a bordo insieme a mio fratello e a mia sorella. Pensavo si fossero dimenticati di me. Mia madre piangeva. La mia sorellastra, Celeste, mi disse che sarebbero stati via per qualche tempo, ma in realtà non tornarono più”.
Secondo le teorie di David Berg i figli dei suoi seguaci erano destinati a diventare una “generazione pura”. “Seguivamo una specie di addestramento militare che aveva lo scopo di piegare la nostra volontà. Per un mese ci veniva tappata la bocca con nastro adesivo, rimanevamo in isolamento e mangiavamo solo ministre con una cannuccia. Le percosse erano all’ordine del giorno”. Chi si ribellava andava incontro a punizioni di inaudita ferocia. “Di solito ci picchiavano in un bagno isolato acusticamente. A volte ti facevano spogliare e ti picchiavano davanti a tutti per umiliarti. Alcuni sono crollati. Io sono diventata più forte, sempre più forte”.
“I figli di Dio” erano diventati tristemente famosi negli anni ’70 quando si scoprì che le loro donne venivano utilizzate per adescare sessualmente uomini da far entrare nella setta. Secondo la “Legge dell’amore” nel sesso tutto era lecito agli occhi di Dio. E leciti erano anche: adulterio, incesto e pedofilia. “Incoraggiavano anche i più piccoli a fare sesso”, ricorda Juliana. “Ci facevano accoppiare a due o tre anni di età. Naturalmente a quell’età non pensavamo ci fosse nulla di male o di strano”.
“LA LIBERTÀ sessuale, crescendo, ci appariva piacevole, ma poi cominciarono gli abusi. Già a otto anni eravamo costrette a fare l’amore con gli adulti e se qualcuna si rifiutava intervenivano le donne adulte per convincerti”.
Quando nei primi anni ’90, per paura dell’intervento delle autorità, i capi dissero che bisognava smettere di fare sesso con gli adulti, paradossalmente molti non la presero bene. Ma era possibile andarsene? “E come? ”, mi risponde Juliana. “Non sapevamo nulla del mondo, avevamo paura, non avevamo denaro né istruzione e non avremmo saputo dove andare”. Juliana è riuscita a conquistare la libertà a 23 anni quando andò a vivere in Uganda dove faceva da madre ai figli più piccoli del padre (che ha avuto 15 figli da sette donne diverse). “Rimasi così a lungo per non lasciare soli i miei fratellini e le mie sorelline”, spiega. Poi scoppiò lo scandalo che la fece decidere: doveva lasciare la setta. Davidito, il figlio adottivo del fondatore sparò alla governante e si uccise. In un video spiegava che questa era la sua vendetta per gli abusi subiti da lui e da tutti gli altri. “La madre disse che era stato preso dai demoni. Andai su tutte le furie. Feci i bagagli e me ne andai. Mi sentivo in colpa per aver lasciato i fratellini, ma sapevo che da libera avrei potuto aiutarli di più”.
JULIANA andò in Inghilterra dove raggiunse due sorellastre che avevano già cominciato una vita diversa. Una ora fa la chef a Nottingham, l’altra la ludoterapista a Bristol. Insieme cominciarono a scrivere il libro. “All’inizio fu una specie di terapia. Dovevo scoprire chi ero e cosa mi era successo. Venne fuori tutta la rabbia che covavo dentro”, racconta Juliana. Per capire meglio ha studiato psicologia e filosofia. “Ora so chi sono. Sono una combattente. Certo ho difficoltà a stabilire rapporti profondi anche perché, dopo quello che ho visto e provato, tutto mi appare banale. Ma negli ultimi anni ho imparato a creare dei legami affettivi con la gente”. Il libro è uscito nel 2007 ed è diventato subito un best seller. Anche altri bambini cresciuti nella setta hanno realizzato documentari e parlato delle loro drammatiche esperienze. “I capi non potevano negare l’evidenza”, dice soddisfatta Juliana. quando se ne andò dissero che era posseduta dal demonio e per questa ragione non poté vedere per anni i fratelli e le sorelle. “Li ho visti solo dopo qualche anno” e questo e il solo momento in cui la sua voce tradisce una profonda emozione. “Un amico mi ha detto che i caratteri più forti sono forgiati nel fuoco”, dice per finire. E sembra sia proprio così, almeno nel suo caso.
© The Daily Telegraph Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
il Fatto 10.7.12
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