sabato 16 giugno 2012
Cei: “non è obbligatorio denunciare i preti pedofili”
è quello che emerge dal documento stilato dalla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana: “nell’ordinamento italiano il vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale nè di incarico di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti”, ovvero ai fatti di pedofilia commessi dai preti, agli abusi sessuali nei confronti dei minori.
Qualche tempo fa il Vaticano aveva richiesto un intervento della Conferenza Episcopale in seguito ai fatti di pedofilia avvenuti in tutto il mondo, la creazione di un nuovo regolamento per gestire in modo corretto questi avvenimenti. In Italia sono emersi casi di abusi, non certo grazie alle denunce dei vescovi. Sempre di più queste notizie emergono dalle indagini condotte da programmi televisivi come le Iene, che raccolgono le testimonianze delle persone, le verificano, e nel caso mandano in onda il servizio. La televisione è diventata ormai l’arma della giustizia popolare, da utilizzare quando si vuole avere un po’ di attenzione affinché qualcuno faccia qualcosa, quando le vie ufficiali sono sbarrate. Infatti la Chiesa ha sempre insabbiato tutto, e denunciare gli abusi ai vescovi non portava ad alcun risultato. Nell’ultimo periodo la grande attenzione e indignazione dell’opinione pubblica in merito a questi fatti così delicati ha fatto sì che il Vaticano prendesse in considerazione la questione.La Cei ha aggiornato il regolamento ma non sembra che qualcosa sia cambiato. Infatti il punto cruciale della questione era la denuncia obbligatoria allo Stato qualora i vescovi venissero a conoscenza di fatti illeciti, ma non c’era l’obbligo prima e non c’è “obbligo giuridico” adesso, ciò significa che la Chiesa si rifà alla legge italiana che non prevede che per la categoria preti ci sia l’obbligo di denuncia se commettono reati, sono considerati alla pari di qualsiasi altro uomo. Nella pratica la questione rimane dunque invariata, é sempre il vescovo che decide se rendere pubblico il fatto, e volendo potrebbe insabbiare il tutto e fare finta di niente, come prima. Dobbiamo sperare nel “buon senso” di chi si trova a conoscenza di questi reati, perchè coinvolgono i minori, dei bambini che avranno un’intera vita rovinata. Bisogna fermare i pedofili, chiunque essi siano, qualunque posizione ricoprano.
Per i preti rei è previsto il reinserimento, anche se monsignor Crociata precisa che “non è mai ritorno alla pastorale ordinaria, un prete che ha avuto questi problemi non torna ad avere la possibilità di contatti con i minori, assolutamente no”. Speriamo, perchè non si guarisce dalla tendenza ad eccitarsi guardando i bambini.
Fonte: La Repubblica
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