Il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, nomina uomini di fiducia nel nuovo cda dell’ospedale d’eccellenza milanese. E punta a controllare anche l' istituto Toniolo, la "cassaforte" dell' Università Cattolica.
Il Vaticano salva il San Raffaele di Milano, e il Segretario di Stato Tarcisio Bertone nomina uomini di sua fiducia nel nuovo board dell’ospedale d’eccellenza fondato da don Luigi Verzé. Lo ha comunicato con una nota l’istituto milanese. Don Verzè rimane presidente della fondazione Centro San Raffaele Monte Tabor e da venerdì nel cda entreranno il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi; l’ex ministro della Giustizia nel primo governo Prodi, Giovanni Maria Flick; il presidente dell’ ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, Giuseppe Profiti e l’imprenditore genovese Vittorio Malacalza, vicepresidente di Pirelli, che investirà nell’ospedale.
Con questa mossa la Segreteria di Stato vaticana controllerà di fatto il San Raffaele, gravato da quasi un miliardo di debiti. Nei giorni scorsi il Vaticano aveva manifestato «vivo interesse» a sostenere l’ospedale «nel processo di risanamento in corso e nella gestione delle attività ospedaliere, sanitarie e di ricerca».
Il progetto della Santa Sede è di consolidare i conti dell’ospedale: un’operazione per la quale sarebbero necessari circa 250 milioni di euro, la cifra che era stata offerta dall’azionista di Rcs Giuseppe Rotelli. Lo Ior potrebbe mettere a disposizione circa 400 milioni, favorendo la nascita di un nuovo polo che includa il Bambin Gesù.
Non deve sfuggire il fatto che le new entry nel cda del San Raffaele sono tutti uomini vicinissimi a Bertone. Il quale, nei mesi scorsi, aveva tentato di far nominare nel cda dell’Istituto Toniolo, la «cassaforte» dell’Università Cattolica di Milano, proprio uno dei nuovi amministratori del San Raffaele, l’ex ministro Flick, e aveva chiesto per questo al cardinale Dionigi Tettamanzi di farsi da parte. Il porporato milanese, dopo aver fatto presente la situazione a Benedetto XVI, era riuscito a far rimandare l’operazione a dopo la nomina del nuovo arcivescovo di Milano. In effetti quell’iniziativa, avvenuta mentre si stavano effettuando le consultazioni per designare il successore di Tettamanzi, erano sembrate esprimere, al di là delle intenzioni, la precisa volontà di ottenere il controllo della Cattolica facendo in modo che il nuovo pastore ambrosiano giungesse in diocesi a giochi ormai fatti.
Scola è stato designato, ma non si è ancora insediato, l’ingresso avverrà nella seconda di settembre. E la scorsa settimana il cardinale Bertone è tornato alla carica per ottenere il controllo sul Toniolo prima possibile. Ha infatti telefonato al cardinale Tettamanzi, ribadendogli che deve farsi subito da parte e che deve cooptare nel cda nuove presenze, tra le quali l’ex ministro Flick. Quest’ultimo, secondo quanto riferito da alcune fonti, sarebbe in possesso di una lettera dello stesso Segretario di Stato che gli annunciava la nomina a presidente del Toniolo.
La Segreteria di Stato è anche intenzionata a istituire una commissione che modifichi gli Statuti del Toniolo e della stessa Università Cattolica. A guidare la commissione sarebbe stato designato il cardinale Attilio Nicora, già presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica) e pure dell’Autorità di vigilanza finanziaria che deve sorvegliare l’applicazione della normativa internazionale antiriciclaggio negli uffici della Santa Sede. La revisione degli statuti appare finalizzata a portare sotto il diretto controllo vaticano l’ateneo fondato da padre Agostino Gemelli.
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