Adista denuncia però un piccolo particolare. Il gruppo Ubi, di cui fanno parte tra gli altri la Banca Popolare di Bergamo e il Banco di Brescia, è una delle cosiddette “banche armate” ovvero quegli istituti di credito che forniscono servizi di intermediazione finanziaria alle industrie belliche che vendono armi all’estero, bersaglio di una campagna di pressione portata avanti da anni dalle riviste missionarie Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace, mensile del movimentoPax Christi. La campagna ha “costretto” molti grandi gruppi bancari (tra cui Monte dei Paschi di Siena) a intraprendere una nuova policy e ad uscire dal mercato delle intermediazioni per le industrie belliche.
sabato 23 luglio 2011
La carta di credito dei papa boys:costerà 1 euro al mese per 5 anni.
Per i papa boys in partenza per Madrid, dove tra il 16 e il 21 agosto si celebrerà la Giornata mondiale della Gioventù con Benedetto XVI, il kit prevede, secondo quanto riporta il settimanale Adista, oltre a zaino, stuoia e sacco a pelo, anche una carta di credito della Ubi Banca, pubblicizzata sul sito di Avvenire, dal costo di 1 euro mensili e valida 5 anni e senza alcuna spesa di emissione. Accanto al logo Master Card ci sarà anche la scritta “Enjoy Gmg 2011”: un vero affare per gli organizzatori della Giornata Mondiale della Gioventù che hanno ceduto il marchio al gruppo bancario e per quest’ultimo che ha l’opportunità di fidelizzare migliaia di nuovi clienti.
Adista denuncia però un piccolo particolare. Il gruppo Ubi, di cui fanno parte tra gli altri la Banca Popolare di Bergamo e il Banco di Brescia, è una delle cosiddette “banche armate” ovvero quegli istituti di credito che forniscono servizi di intermediazione finanziaria alle industrie belliche che vendono armi all’estero, bersaglio di una campagna di pressione portata avanti da anni dalle riviste missionarie Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace, mensile del movimentoPax Christi. La campagna ha “costretto” molti grandi gruppi bancari (tra cui Monte dei Paschi di Siena) a intraprendere una nuova policy e ad uscire dal mercato delle intermediazioni per le industrie belliche.
Adista denuncia però un piccolo particolare. Il gruppo Ubi, di cui fanno parte tra gli altri la Banca Popolare di Bergamo e il Banco di Brescia, è una delle cosiddette “banche armate” ovvero quegli istituti di credito che forniscono servizi di intermediazione finanziaria alle industrie belliche che vendono armi all’estero, bersaglio di una campagna di pressione portata avanti da anni dalle riviste missionarie Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace, mensile del movimentoPax Christi. La campagna ha “costretto” molti grandi gruppi bancari (tra cui Monte dei Paschi di Siena) a intraprendere una nuova policy e ad uscire dal mercato delle intermediazioni per le industrie belliche.
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