lunedì 11 luglio 2011

IL CULTO DELLA MADONNA NERA



Come molti sapranno, oltre alla classica e canonica Madonna ‘bianca’, quella del ‘latte’, si rintraccia nella cultura anche quella ‘nera’. La storia dell'arte è pregna di testimonianze artistiche, a volte anche di elevato valore contenutistico e stilistico, che a livello iconografico presentano una Madonna bruna, una ‘Vergine nera’. Le domande al riguardo si accrescono, moltiplicandosi in maniera esponenziale. Su questo enigma, delle cosiddette Madonne Nere molto si è scritto all'estero, mentre decisamente meno in Italia. Caratteristica peculiare delle Madonne di pelle scuranon é certamente il rapporto fra la loro notorietà e la loro importanza: infatti, anzi non c’è traccia di Madonne nere inferiori ad altre più note. Il culto alla Madonna Nera di Czestochowa in Polonia, ad esempio, è un tipico esempio, richiamatoci anche da Papa Giovanni Paolo II. Quante ve ne sono in Italia? Ed in questo caso, quanti sono i luoghi dedicati alla Vergine Scura? Ed ancora, sono essi distribuiti equamente sulla superficie del nostro territorio? La risposta a queste domande è affermativa, in quanto ne esistono più di quante si potrebbe pensare, distribuite un po’ in tutte le regioni, tra Nord, Centro e Sud Italia.
In Piemonte le possiamo riscontrare in questi luoghi: Santuario di Oropa (Bi), dove la statua attuale è della prima metà del ‘300, ma il culto è più antico; Sacro Monte di Santa Maria Assunta di Serralunga di Crea (Al), la cui statua è stata restaurata cancellando il colore nero originario; la statua è del 13° secolo, ma il culto è più antico; Santuario di Nostra Signora di Loreto sul Sacro Monte di Graglia (Bi); Nostra Signora di Loreto a Forno Alpi Graie, presso Groscavallo (To); la Madonna Nera di Rivoli (To); la Madonna del Santuario di Santa Maria Stella a Trana (To); Santa Maria di Celle o Nostra Signora di Celle a Trofarello (To); Santa Maria del Becetto, pressoSampeyre in Val Varaita (Cn); la Madonna del Sasso di Finero a Malesco (Cn).
Molti studiosi ritengono che esse siano legate ad un antico culto perso nella notte dell’origine dell’occidente, un tempo in cui regnava la religione primigenia della Grande Madre. Con il passare degli anni le divinità maschili spodestarono la religione matriarcale, sostituendola con una di stampo patriarcale. La Grande Madre veniva chiamata Iside, Ishtar o Gea o con altri nomi a seconda della zona di culto. Caratteristica peculiare di questa divinità, di fatto dea della Madre Terra, secondo la tradizione alchemica ed esoterica, è il suo duplice aspetto: uno positivo, luminoso, in quanto apportatrice di fertilità, raccolto, abbondanza; l'altro negativo, oscuro, addirittura tremendo, d'infertilità, di carestia e distruzione. Questa divinità nacque, secondo la tradizione, al fine di manifestare il messaggio alchemico dell’impossibilità effettiva della morte: vita e morte sono due aspetti di un unico ciclo ininterrotto, due ambiti di realtà cui, per necessità cosmica, ogni essere esistente è sottoposto.
In Europa, come peraltro negli altri continenti, i luoghi di venerazione della Grande Madre sono numerosissimi: qualcuno in superficie, diversi sottoterra, nascosti, segreti, sotterranei, scavati o semplicemente reimpiegati in anfratti a testimonianza della matrice unica che generò la vita dell'uomo, ossia il Ventre della Madre. Questi luoghi sotterranei erano usualmente ubicati in prossimità e corrispondenza con i fluidi di cariche energetiche telluriche e cosmiche.
La domanda da porci è: quale enigma si nasconde dietro le loro forme ed il loro simbolismo?Certamente il culto mariano in Europa, e così anche in Italia, ha perfettamente attecchito anche grazie ad una presenza già avviata di culti alla Madre di origine ben più antica del cristianesimo. Il tema della maternità era già dunque presente, in modo cospicuo, nella cultura pagana precristiana. La Madonna Nera attraversa un passato lontano, animato da molti popoli, ognuno con i propri culti e rituali: celti, galli, romani, arabi, il percorso conduce attraverso il Medioevo, attraverso la sua storia, le saghe, le leggende. La Madonna Nera è il legante misterico di un fitto intreccio che abbraccia enigmaticamente la civiltà europea e quella islamica.
Quando in Europa cominciò il periodo della cristianizzazione ed i primi missionari cristiani rinvenirono in Gallia un gruppo di Celti devoti nella venerazione di una figura femminile in procinto di partorire un bambino, subito svelarono agli autoctoni che, incoscientemente, stavano adorando un’immagine della Madonna e che loro, dunque, erano già cristiani. Su quel sito sacro venne costruita una chiesa cristiana, e l’idolo pagano, trasferito al suo interno, si modificava automaticamente in una raffigurazione di religione cristiana. Per questo motivo alcune effigi mariane sarebbero precristiane e per darne una giustificazione i teologi coniarono il termine ‘Prefigurazione della Vergine’. Con questa definizione si intende dunque la presenza di figurazioni mariane che, a volte, precedevano la stessa nascita di Maria.
Per di più, all’interno del culto della Madonna rivivrebbe, in modo concreto, il culto idolatra di Iside, che fu per due secoli la Santa Madre del mondo antico. Iside, “colei che tutto vede e tutto può, stella del mare, diadema della vita, donatrice di legge e redentrice”, era la ‘donna venerata’. A livello iconologico era rappresentata come una giovane donna inghirlandata dal loto azzurro della luna crescente, tenendo fra le braccia il figlioletto Horus. Non poche statue di Iside furono trasformate più tardi in immagini della Madonna.
In ambiente europeo, i Druidi, considerati sacerdoti pagani della cultura celtica, onoravano la statua in legno di una donna, rappresentante della fecondità. La dea viene spesso indicata come la ‘divinità dai mille nomi’. I suoi nomi sono Iside con Horus, Cerere, Epona, Amaterasu, Ishtar, Artemide, Diana, Demetra e questi sono solo alcuni dei molti appellativi con i quali la Dea Myrionyme è nota.
La stessa parola Myrionyme richiama alla mente Myrion, Maria, la Vergine cristiana, originando così a strani accostamenti, peraltro lungi dall’irrazionalismo voluto dalle imposizioni del credo cattolico.

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