lunedì 20 giugno 2011

Roma, dal Comune soldi agli oratori e alla Caritas


Comune, un bando per gli spazi baby
"Soldi ai centri estivi solo negli oratori"

Il coordinamento diritti per l'infanzia "Uso privatistico e confessionale dei fondi pubblici". Il progetto dell'assessore De Palo prevede un contributo di 8mila euro

di GIOVANNA VITALE
Non bastava il milione tondo tondo che nel 2010 la maggioranza di centrodestra ha stanziato per le parrocchie capitoline "in considerazione dell'insostituibile ruolo che svolgono in favore della comunità cittadina". No. Quest'anno a inventarsi un nuovo bando, stavolta a favore degli "oratori della Chiesa cattolica", esteso tuttavia "a ogni altra confessione riconosciuta dallo Stato italiano" purché dotata di oratorio su suolo romano (il che restringe di molto la platea), è stato l'osservantissimo assessore alla Scuola e alla Famiglia Gianluigi De Palo.
Il "Progetto ambienti educanti" - intesi per tali solo quelli religiosi (come si evince dal bando biennale pubblicato sul sito del XI Dipartimento) - ammette al contributo erogato dal Campidoglio esclusivamente quei programmi "destinati ai minori da 3 a 14 anni, da realizzarsi nel periodo estivo di chiusura delle scuole presso gli oratori della Chiesa cattolica e delle altre confessioni riconosciute". Due gli obbiettivi: "Sostegno alla famiglia" e "promozione della crescita dei minori", che per l'ex presidente cittadino delle Acli negli spazi laici evidentemente non si possono raggiungere.
Per "vincere" sino a 8mila euro a stagione messi in palio da Roma Capitale per sette settimane (esattamente 1.143 euro a settimana, che scaleranno a seconda del numero degli ospiti) sarà necessario offrire a un mimino di 100 bambini "momenti ludici, ricreativi, laboratori"; attività volte "all'inclusione" di piccoli italiani o stranieri "in situazione di disagio, bisogno o marginalità"; occasioni "di incontro e confronto tra genitori e figli". I fondi cui attingere sono quelli statali della legge 285: "Disposizione per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza". Il problema è che questi fondi in realtà sarebbero già impegnati per pagare le associazioni del Terzo Settore che già da anni lavorano per il Campidoglio. Spiega infatti Claudio Tosi, responsabile del Codea, il Coordinamento dei diritti per l'infanzia e l'adolescenza che riunisce tutti gli enti attuatori della legge 285: "Sembra strano che mentre insieme all'assessore Belviso stiamo ultimando l'iter del Piano regolatore sociale, l'assessore De Palo faccia un bando che promuove l'uso privatistico e confessionale dei soldi pubblici, erogati non più in base alla qualità dei progetti presentati ma alla caratteristica dei soggetti che ne possono usufruire".
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