Il Consiglio superiore di Sanità ha dato il via libera alla vendita, anche in Italia, della pillola dei 5 giorni dopo “EllaOne”
domenica 19 giugno 2011
PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO, POLEMICHE DEL MONDO CATTOLICO: “ABORTO
Il Consiglio superiore di Sanità ha dato il via libera alla vendita, anche in Italia, della pillola dei 5 giorni dopo “EllaOne”
Un responso che, in queste ore, sta scuotendo gli animi del mondo cattolico, in modo particolare. Ci risiamo, il dilemma è: si tratta di una pillola abortiva o no? Il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la vita, ha espresso i suoi dubbi, affermando che si tratta di “aborto a tutti gli effetti, di raffinata malizia”.In più Sgreccia avverte: questo tipo di aborto, così come inteso dalla Chiesa, “non potrà avere alcuna attenuante dal punto di vista della morale, né cattolica e né razionale”. [...]Dunque, un netto rifiuto verso la commercializzazione, in Italia, del nuovo farmaco, volto ad impedire l’ annidamento dell’ embrione nell’ utero. Il cardinale Sgreccia auspica che il governo respinga “responsabilmente” questa deliberazione.In realtà il farmaco giungerà nelle farmacie italiane non prima dell’ok dell’Agenzia italiana del farmaco.
Pensiamo che la richiesta, di immissione in commercio in Italia, è stata presentata nel 2009. Dopo due anni, di attesa, giunge il primo via libera. Il bel Paese è in ritardo rispetto alle sorelle europee. Infatti, “EllaOne” è già in commercio in 21 paesi Ue e, oltre oceano, negli Stati Uniti e in Canada.Il nodo da sciogliere è se si tratta di aborto o, meglio, capire se questa pillola è compatibile con la legge 194, italiana, che disciplina questo tema, ancora oggi controverso. Secondo il Css la pillola dei 5 giorni dopo rispetta la legge in questione. Sul documento, rilasciato dall’organo, si legge che il farmaco non ha scopo abortivo ed “è perfettamente compatibile con la legge 194 sull’aborto”. Nello stesso documento si chiarisce il ruolo di EllaOne:“L’aborto è la rimozione dell’embrione già annidato in utero” che si verifica non prima del sesto o settimo giorno da un rapporto a rischio. La pillola, al contrario, “è utilizzabile prima che si verifichi l’eventuale annidamento, e in seguito non ha effetto”.Il via libera del Css, però, presenta una limitazione all’assunzione della pillola. Per utilizzare la stessa, la paziente deve sottoporsi ad un test di gravidanza precoce, se quest’ultimo evidenzia già uno stato interessante, la pillola non può essere assunta, perché controindicata. Un paletto che dovrebbe spazzare via ogni reticenza, circa la possibilità di incorrere in un aborto vero e proprio.Angela G.Rubino
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