A dirlo è l'ex magistrato Ferdinando Imposimato, intervistato dal settimanale 'Gente' per il numero in edicola da lunedì. Presidente onorario della Corte di Cassazione, Imposimato si è occupato a lungo del caso come avvocato della famiglia Orlandi. «Non vennero adottate le necessarie precauzioni da parte di chi aveva il dovere di salvaguardare la sicurezza dei cittadini vaticani come lei - ha detto Imposimato -. Già un anno prima che l'allora 15/enne finisse nel nulla (Emanuela scomparve il 22 giugno 1983, ndr), nell' ambiente della Santa Sede circolava la voce di un possibile sequestro di familiari dei dipendenti pontifici. [...]
Il rapporto - secondo la sintesi diffusa da 'Gente' - venne scritto nel 1984 e trasmesso all' attenzione dell'allora sostituto procuratore della repubblica di Roma, Domenico Sica, e parla di Raffaella Gugel, figlia di Angelo, assistente di camera del pontefice polacco, che abitava nello stesso palazzo della famiglia Orlandi.
Il settimanale pubblicherà anche la lettera che nel 1997 Ali Agca, l' attentatore di Papa Wojtyla, scrisse a Ercole Orlandi, padre di Emanuela, in cui sosteneva «è una piccola questione di tempo, un giorno Emanuela ritornerà a voi». Alcuni giorni fa un sedicente ex agente del Sismi, nome in codice Lupo Solitario, ha telefonato in diretta alla tv RomaUno sostenendo che Emanuela Orlandi è viva e si trova in un manicomio a Londra. «Vado a Londra a cercarla - ha detto a 'Gente' Pietro Orlandi, fratello di Emanuela -. Come famiglia non abbiamo mai scartato alcuna ipotesi. L'abbiamo sempre ripetuto: chi sa qualcosa non deve tacere. E quando arriva un' affermazione come quella dei giorni scorsi, bisogna ascoltarla»
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