La Bibbia evita gli errori degli antichi
martedì 14 giugno 2011
La Bibbia è scientificamente accurata?
La Bibbia evita gli errori degli antichi
I libri dei tempi antichi enunciavano teorie concernenti l'universo tali che veramente oggi anche un bambino considererebbe sciocchezze.
Per esempio Platone (427-347 a.C.) pensava che il mondo fosse un enorme animale visibile, e i suoi contemporanei credevano che i terremoti si verificavano ogni volta che questo animale si muoveva.
Anche se Platone è stato uno dei più grandi filosofi del mondo, questa sua teoria non ha alcun riscontro nelle chiare e precise dichiarazioni della Bibbia.
Aristotele (384-322 a.C.), filosofo greco, sebbene avesse una vasta ed esatta conoscenza di molte cose, tuttavia aveva fatto alcuni errori piuttosto grossolani. Credeva che la terra stesse al centro del sistema solare; pensava che la funzione del cervello fosse quella di raffreddare il sangue e che le donne avessero un numero di denti inferiore agli uomini.
"Per mancanza di un telescopio", scrive Durant, un famoso storico del 20. secolo, "l'astronomia di Aristotele è un sistema di favole infantili e per mancanza di un microscopio la sua biologia è completamente fuori strada.
Anche Mosè e gli altri scrittori biblici non avevano le attrezzature adatte, tuttavia, come vedremo, le loro dichiarazioni scientifiche sono perfettamente esatte.
Isaia 40:22 ce ne dà un esempio: qui c'è un chiaro riferimento alla terra come un globo.
A proposito della terra, gli antichi greci credevano che un gigante, Atlante, stesse in piedi ai confini della terra e reggesse la distesa dei cieli con la testa e le braccia, instancabilmente. Per queste ragioni noi oggi chiamiamo Atlante un libro contenente carte geografiche! Gli indù credevano che la terra fosse adagiata sul dorso di alcuni elefanti, i quali si reggevano in piedi sul guscio di una enorme tartaruga, la quale, a sua volta, girava tutt'attorno a nuoto in un oceano cosmico. La Bibbia, invece, non presenta alcuna di tali sciocchezze scritte durante lo stesso periodo di tempo in cui è stata scritta la Bibbia.
Mosè, figlio adottivo della figlia di Faraone, era stato educato "in tutta la sapienza degli egizi" (At. 7:22) e senza dubbio era a conoscenza del mito egiziano della creazione, che era il loro credo più popolare ed oggetto di culto.
Essi credevano che originariamente era esistito solo un oceano sul quale era apparso un uovo o un fiore che aveva dato origine al dio-sole. Questi ebbe quattro figli, due dei quali, Sciu e Tefnut (che insieme costituivano l'atmosfera), posero i piedi su Gheb (la terra) e sollevarono in aria la sorella Nut (il cielo). Gheb e Nut (la terra e il cielo) ebbero a loro volta quattro figli: Osiride, Iside, Neftis e Seth. Osiride sposò Iside e con lei governò la terra, ma più tardi Osiride fu ucciso per gelosia da suo fratello Seth, che nell'ira tagliò il corpo della vittima in pezzi e li seppellì in diverse parti dell'Egitto. Iside raccolse i pezzi sparpagliati e, aiutata da Anubis, il dio dei morti dalla testa di sciacallo, riportò in vita il corpo di Osiride. Questi però non poteva ritornare sulla terra e rimase nel regno dei morti, come sovrano di essi e giudice supremo dei defunti.
Iside ebbe un figlio Hôr, che vendicò suo padre e si riprese il trono paterno.
Il racconto babilonese della creazione è simile a quello degli egiziani ed è stato messo per iscritto su sette tavole che una volta facevano parte della biblioteca di Assurbanipal (re assiro, 669-662 a.C.), tuttavia l'originaria mitologia babilonese risale a molto tempo addietro, almeno al tempo del grande Hammurabi (1728-1686 a.C.). Il racconto babilonese della creazione parla di dei, dee e mostri che combattono l'uno contro l'altro e si vendicano a vicenda. La storia vede come protagonista principale Marduk, il dio protettore di Babilonia, cui viene attribuita la creazione del mondo e dei cieli dal corpo di Tiamat, una dea uccisa in battaglia. Egli la squarcia in due: con una metà forma il cielo, e con l'altra la terra. Si supponeva che l'uomo fosse stato creato dal sangue di un figlio di Tiamat, il quale venne giustiziato per aver osato ribellarsi. Per il fatto che egli creò il mondo, Marduk ottenne il primato nel "pantheon" degli déi.
Uomo molto istruito, Mosè indubbiamente conosceva sia l'epica egiziana della creazione, che quella babilonese, tuttavia la guida dello Spirito Santo gli impedì di includere i credi popolari del suo tempo per il racconto biblico.
Avremmo certamente delle buone ragioni per respingere la Bibbia, se essa insegnasse tali miti, ma per la rivelazione di Dio e sotto la Sua ispirazione, Mosè scrisse solo la verità!
II. L'esattezza scientifica della Bibbia
Mentre si studia la Bibbia si rimane colpiti dal sorprendente fatto che gli scrittori biblici, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, non commisero alcun errore scientifico. Il racconto biblico della creazione, per esempio, meglio concorda con i fatti visibili più di quanto faccia la teoria dell'evoluzione. Un esame di altri argomenti aventi a che fare con altri rami scientifici, soltanto accennati dalle Scritture, ci proverà ulteriormente in che miracoloso modo agli scrittori biblici venne impedito di scrivere in-esattezze.
A. La Bibbia e la medicina
Il dott. Rendle Short, chirurgo, conferma la saggezza delle leggi riguardanti il cibo, contenute in Levitico 11.Oggi l'alimentazione a base di carne segue approssimativamente i suggerimenti contenuti in Levitico 11 e in altri passi della Bibbia (eccezione fatta per il maiale ed il coniglio che, entrambi, "sono soggetti ad infezioni parassitarie e sono sicuri solo se sono stati nutriti con le regole igieniche e se la loro carne viene ben cotta").
Deuteronomio 14:21 proibisce di mangiare la carne di qualsiasi animale che muoia di morte naturale. Anche le leggi che regolano l'alimentazione, oggi vigenti, proibiscono la vendita di animali morti per malattia. C'è ancora un'altra ragione per evitare le carcasse animali: "Oggi sappiamo che nelle carcasse possono annidarsi pulci, zecche o pidocchi e che tutti questi sono portatori di malattie mortali come la peste bubbonica o il tifo".
Levitico 11:29-36 sottolinea molto chiaramente l'esigenza di usare acqua pura. Solo in questo secolo "si giunse a riconoscere nell'acqua inquinata la causa principale del tifo, del colera e di molte altre malattie".
Gli ebrei ritenevano della massima importanza il lavarsi, una delle principali norme igieniche moderne (vedi Esodo 29:4; Levitico 14:8; Atti 16:33). In Deuteronomio 23:13 Mosè ordinava che gli escrementi venissero sotterrati con una pala. "Questo provvedimento da solo avrebbe fatto molto per eliminare epidemie come il tifo o il paratifo".
L'isolamento dei malati infettivi era una delle norme igieniche più importanti per i giudei. Questo era quanto ordinava la legge levitica a proposito dei lebbrosi (la lebbra è una delle malattie della pelle): "Sarà impuro tutto il tempo che avrà la piaga; è impuro; se ne starà solo; abiterà fuori dal campo" (Levitico 13:46). I suoi vestiti infatti, dovevano essere bruciati. Ogni lebbroso doveva obbedire alla legge di Dio: "Si coprirà la barba e andrà gridando: Impuro! Impuro!" (Levitico 13:45). Questa era un'ulteriore precauzione per avvertire gli altri di infettarsi con la lebbra.
Invece di ricorrere ai feticci (oggetti che si supponeva avessero poteri magici), come facevano spesso gli antichi pagani, il sacerdote ebraico serviva come ufficiale sanitario e metteva ad effetto un sistematico piano di diagnosi. Il paziente veniva isolato ed i suoi vestiti disinfettati.
L'arca dell'Alleanza era un contenitore sacro a forma di parallelepipedo in cui erano conservate, fra le altre cose, le tavole dei Dieci Comandamenti che Dio aveva scritto ed affidato a Mosè. Il racconto del suo furto in 1 Samuele 5 e 6 contiene la descrizione di un'epidemia bubbonica. I sintomi di questa malattia, in 1 Samuele 5:9 ("un flagello di emorroidi") sono dei tumori dovuti all'infiammazione delle ghiandole linfatiche o bubboni all'inguine. E' importante notare che la malattia era associata al akhabar ("ratti e topi che devastano il paese" 1 Samuele 6:5). Solo nel '900 gli scienziati occidentali riuscirono a scoprire la relazione fra le pulci dei topi e il dilagare di questa epidemia.
Se gli scritti biblici fossero stati studiati nei secoli precedenti, senza dubbio molte epidemie che scoppiarono nel mondo, uccidendo, per esempio, 5000 persone in un solo giorno a Roma nel 262 d.C. e più di 150.000 persone tra il 1603 e il 1605 a Londra, sarebbero potute essere arrestate.
Altri riferimenti di interesse medico abbondano nella Bibbia. Lo psichiatra è d'accordo con Pro-verbi 14:30 che potrebbe essere espresso nel modo seguente: "Una mente tranquilla dà vita al corpo". Gli psicologi ammettono anche la verità contenuta in Proverbi 17:22 "Un cuore allegro è un buon rimedio, ma uno spirito abbattuto secca le ossa". Proverbi 23:31-35 espone gli effetti dannosi del bere alcoolici, che può diventare un vizio. Levitico 17:11 dice: "...la vita della carne è nel sangue"; tuttavia quanti morirono anche per malattie banali, perché i medici di allora che diminuendo la quantità di sangue nel corpo praticando salassi, le malattie avrebbero potuto essere eliminate...
B. La Bibbia e la meteorologia
In Ecclesiaste 1:6,7 si trova una teoria scientifica che riguarda le correnti d'aria ed il ciclo dell'acqua (evaporazione e precipitazioni). "Il vento soffia verso mezzogiorno, poi gira verso settentrione; va girando, girando continuamente, per ricominciare gli stessi giri. Tutti i fiumi corrono al mare, eppure il mare non si riempie; al luogo dove i fiumi si dirigono, tornano a dirigersi sempre".
Solo recentemente sono stati raccolti dati da tutto l'emisfero settentrionale e dai tropici in modo da formulare una soddisfacente teoria circa le correnti d'aria mondiali. Ora si sa che le maggiori correnti d'aria del mondo seguono circuiti ben precisi. Nell'emisfero settentrionale i venti si spostano verso sud dove l'aria riscaldata sale; essi poi ritornano a nord dove l'aria è più fredda; mentre ritornano, portano con loro acqua per riempire i bacini dei fiumi. E' sorprendente come l'autore dell'Ecclesiaste (Qoheleth) abbia saputo accuratamente descrivere i venti ed il ciclo dell'acqua, fenomeni che la scienza ha scoperto solo recentemente.
C. La Bibbia e la bionomia
La Bionomia è lo studio delle abitudini e dell'adattamento. Molte persone, provenienti da terre lontane si recavano da Salomone per ascoltare la sua sapienza. I suoi insegnamenti spesso erano tratti dalla zoologia e dalla botanica (1 Re 4:29-34). Possiamo dedurre da Proverbi 6:6 in che modo Salomone aveva appreso tante cose dal mondo della natura. Diceva: "Va, pigro, alla formica, considera il suo fare, e diventa savio!". Più volte egli ripete nel libro dell'Ecclesiaste (Qoheleth): "Io ho veduto", "Io considerai", in altre parole, egli era un esperto ed acuto osservatore; si conformava dunque al moderno metodo scientifico, infatti, l'osservazione è la chiave di volta della scienza moderna.
Il consiglio di Salomone di seguire l'esempio della formica, è particolarmente interessante in quanto noi ora abbiamo la scienza moderna della bionomia che studia le abitudini degli animali quali le formiche, le api, gli uccelli, ed altri ancora. Gli scienziati moderni si stanno applicando con molto impegno per aiutarci a costruire migliori mezzi di comunicazione ed attrezzature elettroniche. Queste bestiole hanno da insegnarci molto di più di quello che persino Salomone avrebbe mai immaginato.
Si può confutare per esempio una critica che viene fatta a Proverbi 6:8, secondo la quale l'asserzione che "la formica prepara il suo cibo nell'estate e raduna il suo mangiare nei giorni della raccolta" non sarebbe esatta.
Gli studi compiuti dagli entomologi (coloro che si occupano degli insetti) in Palestina, hanno rilevato, comunque, che le formiche agricole non solo si cibano di semi, ma li raccolgono, e se le forti piogge bagnano i loro depositi, per evitare che i semi germoglino, li riportano in superficie e li fanno asciugare al sole. Oltre a tutto ciò le scoperte più recenti mostrano che la formica agricola non solo immagazzina i chicchi di grano, ma prepara il terreno per il raccolto, pianta i semi, libera il terreno dalle erbacce e provvede alla mietitura. Quindi, tutto ciò che Salomone dice a proposito delle formiche della Palestina, come esemplificato dalla previdenza e dalla economia, è più che giustificato dai fatti.
D. La Bibbia e la conservazione
Dopo che alcune specie di uccelli furono sterminate dai cacciatori, il governo prese dei provvedimenti per proteggere la fauna selvatica del futuro. Una delle leggi che Dio aveva dato a Mosè, sanciva l'umana e saggia protezione degli animali selvatici: si tratta ben di 3500 anni fa. Per esempio, gli uccelli madre che covano le uova non dovevano essere uccisi (De. 22:6).
Gli israeliti, secondo quanto Dio stesso aveva loro raccomandato, lasciavano la terra incolta un anno su sette (Esodo 23:10,11). Oggi, per i terreni coltivati a frumento, è comune la pratica della rotazione per far si che un appezzamento rimanga incolto per un anno intero.
Se in un paese coltivato a grano, i raccolti si producono ogni anno e le foreste ed i prati sono stati trasformati in campi di mais su un area molto estesa, la regione si inaridisce, la pioggia cessa, oppure si hanno forti temporali che staccano pezzi di terreno e li portano via e l'intera area si riduce ad un cumulo di sabbia e di polvere. Sarà molto difficile, poi, bonificare lo stesso terreno. Si può dunque concludere che era un saggio provvedimento quello sancito dalla legge divina, cioè lasciare la terra incolta, un anno su sette.
Anche se Dio diede ad Adamo il governo della terra, egli non aveva però il diritto di farne cattivo uso.
Anche se abbiamo il dominio della natura, essa non è cosa nostra... la natura appartiene a Dio e noi dobbiamo esercitare la nostra autorità su questa non come avendo il diritto di metterla fuori uso, ma come qualcosa che ci sia stata prestata od affidata.
L'interesse che la Bibbia mostra per la conservazione della natura è chiaramente evidente in Habacuc 2:17 dove "la violenza fatta al Libano", e "la devastazione che spaventa le bestie" si riferisce all'inevitabile morte degli animali selvatici dopo la distruzione delle famose foreste del Libano. I Caldei o Babilonesi vennero condannati da Dio per aver sciupato ed usato male le risorse naturali perché ossessionati dal costruire la bellissima città di Babilonia.
Si tratta di uno dei primi accenni nella letteratura antica alla conservazione delle risorse naturali con cui Dio ha benedetto l'umanità. Solo da anni relativamente recenti abbiamo iniziato a capire l'importanza della conservazione, dato che l'inquinamento causato dall'uomo non solo danneggia la terra, ma anche l'aria che respiriamo e l'acqua che beviamo. Dio ha creato l'uomo per usare, non per distruggere l'ambiente in cui vive, ed egli deve assumersi la responsabilità di amministrare le risorse naturali. Che la conservazione abbia una base biblica è un fatto che persino molti credenti trascurano.
CONCLUSIONE
Al posto degli antichi miti, favole e concetti erronei, oggetto degli scritti antichi, nella Bibbia troviamo solo informazioni accurate e aggiornate. Non ci si dovrebbe aspettare nulla di meno dal sovrano Creatore dell'universo. Se le Scritture sono sempre state in anticipo sui tempi, dovremmo forse pensare che oggi ne siano rimaste indietro? In realtà, è l'uomo, tristemente, che è ancora molto indietro rispetto ad essa.
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