lunedì 23 maggio 2011

GIRO DI SQUILLO IN COMUNITÀ: NEI GUAI PRETE AD ORISTANO


Prostituzione nella comunità il samaritanoUna delle più apprezzate comunità per il recupero dei detenuti, «Il Samaritano» di Arborea (Oristano), nascondeva in realtà una casa di appuntamenti dove cinque, forse sei, donne, tutte nigeriane di età compresa fra i 20 e i 30, si prostituivano. Questa la clamorosa accusa nei confronti del fondatore del centro, don Giovanni Usai, che è anche cappellano del carcere di Oristano, arrestato ieri dai Carabinieri in esecuzione di un' ordinanza di custodia cautelare. Il sacerdote, che ha 67 anni e da più di 30 anni si occupa dei detenuti, soprattutto di quelli extracomunitari, si trova ora agli arresti domiciliari in un edificio della Curia oristanese, accusato dal magistrato di non aver esercitato il necessario controllo sugli ospiti della Comunità, in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza. Secondo i Carabinieri il via vai di persone estranee nei locali del Samaritano era molto intenso e la cosa, che andava avanti almeno dal 2005, non sarebbe dovuta sfuggire al religioso.
Don Usai deve rispondere anche di un' accusa particolarmente infamante per un sacerdote:
violenza sessuale per un episodio avvenuto nel 2009. Secondo gli inquirenti avrebbe chiesto a una nigeriana una prestazione sessuale in cambio dell' assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di ottenere il permesso di soggiorno e restare in Italia. L' inchiesta scattata all'inizio del 2010 ha portato all'arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, il quale pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a pagamento e, in almeno un'occasione, si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite della Comunità, anche lui nigeriano, che però è sfuggito all'arresto ed ora è ricercato. 
Nessuno dei collaboratori del sacerdote arrestato crede alle accuse e qualcuno parla addirittura di un complotto orchestrato per danneggiare la Comunità. Tutti sono rimasti al loro posto di lavoro, continuando le normali attività. L' arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, in ritiro nella comunità di Schoenstatt, in Germania, con una nota pubblicata oggi sul sito della Diocesi, si è detto «dispiaciuto e sorpreso» per quanto accaduto, comunque «vicino nella preghiera a don Giovanni e fiducioso nel corso della giustizia». L'arcivescovo invita tutto «il presbiterio arborense a unirsi nella preghiera per un proprio confratello che in questo momento sta soffrendo». Monsignor Sanna rientrerà a Oristano domani e spera di avere la possibilità di incontrare don Giovanni già venerdì 31. Nel frattempo ha già convocato il Collegio dei consultori della Diocesi in vista di una decisione sulla nomina di un commissario per la Comunità Il Samaritano e di un nuovo cappellano per la casa circondariale di Oristano
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