domenica 12 dicembre 2010
Wikileaks: il Vaticano e la riunione anti-Codice da Vinci
In un cable pubblicato dal Guardian, la gestione della crisi Dan Brown viene presentata come un successo comunicativo dell’Opus Dei: “E la Santa Sede prenda esempio”.
Il Vaticano ha difficoltà a comunicare e a rapportarsi con l’era della rete globale. Questo emerge in maniera molto netta dall’ennesimo cablogramma che gli uffici americani si sono scambiati, pervenuto dunque al Pentagono e fatto filtrare da Wikileaks. Come al solito, è il Guardian a pubblicarlo: in questo rapporto, dicevamo, si analizza l’abilità comunicativa della Santa Sede in rapporto ai nuovi mezzi di comunicazione. Il giudizio è senza appello: il Vaticano non è in grado di comunicare con la modernità. I motivi sono vari: “Governare un’organismo gerarchico di tale importanza è una sfida; la leadership apicale e debole, e c’è relativa ignoranza sui mezzi di comunicazione del 21mo secolo”. Questi i motivi all’origine delle varie crisicomunicative di cui il Vaticano si è più volte reso protagonista (come nel caso, ripete il cablo, della revoca della scomunica avverso i Lefebvriani, i vescovi tradizionalisti).
DA VINCI CODE – La situazione però cambia, e di molto, se dal Vaticano centrale si analizzano le varie strutture e realtà che gravitano intorno al mondo di Curia. Ad esempio, vero campione di comunicazione è l‘Opus Dei, la ramificata associazione ecclesiale che dispone di ingenti risorse finanziarie ed umane. Per l’amministrazione Usa l’Opus Dei è ilmodello a cui il Vaticano si dovrebbe ispirare per migliorare il proprio approccio comunicativo: lo si è ben potuto vedere quando hanno affrontato la crisi del “Codice da Vinci”.“Nella fase finale del pontificato di Giovanni Paolo II”, racconta il cablo, “si tenne una speciale riunione ad alto livello per decidere quale linea adottare contro il “Codice da Vinci”, il romanzo di Dan Brown ambientato a Roma dove sotto accusa è in primo luogo l’Opus Dei (da ricordare che l’allora portavoce vaticano, Navarro Vals, era membro dell’Opus Dei) Nel ‘cable’ si parla di un incontro con Manuel Sanchez, capo relazioni internazionali dell’Opus Dei. Sanchez disse che l’Opus Dei aveva proposto in Vaticano tre linee di condotta: 1) ignorare la controversia 2) scegliere la guerra aperta e ribattere colpo su colpo negando qualsiasi accusa 3) adoperare la controversia come un modo di spiegare gli scopi dell’associazione al mondo. Sanchez dice anche se si scelse la terza via impegnandosi in regolari iniziative pubbliche e briefing con la stampa”. Insomma, esempi da seguire.
FONTE
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