Mentre il Decreto direttoriale del 25 settembre individua un primo elenco delle scuole che hanno visto finanziati i propri progetti con le relative somme attribuite, quello successivo dirigenziale, a seguito di una ulteriore integrazione dei fondi disponibili, contiene un elenco di scuole e di finanziamenti aggiuntivi al primo.
Pertanto gli importi complessivi stanziati per l'esercizio finanziario 2003 è rappresentato dalla sommatoria dei due totali pari a 7.889.484 euro assegnati a fronte di curo 8.671.198 disponibili (cfr. circolare ministeriale n. 82 del 6 novembre 3003). "La parte del leone" nella acquisizione di questi fondi è svolta nell'ordine dalle scuole di Lombardia, Lazio e Veneto, alle quali il piano di ripartizione dei fondi 2003 assegna le quote più alte.
E' noto come la maggior parte di queste scuole sia di gestione cattolica.
Ora, prendendo come base di calcolo la cifra media di 80.000 € (che rappresenta una delle più basse citate) è possibile effettuare una simulazione dell'ammontare dell'ICI che complessivamente potrebbe essere recuperata dai Comuni italiani, qualora il blitz di Berlusconi non andasse in porto.
A tal fine abbiamo cercato di calcolare, sulla base della vecchia inchiesta dell'Europeo e di un comune elenco telefonico, quanti in concreto possano essere gli enti ecclesiastici in Italia, cominciando dalla capitale, Roma. A nostro parere infatti le statistiche ufficiali del Ministero dell'Interno che parlano di circa 32.000 enti. comprendendo soltanto gli enti ecclesiastici riconosciuti dallo Stato, appaiono limitative. Ignorano infatti gli enti e le associazioni religiose non n'conosciuti e non dotati di personalità giuridica anche se concretamente operanti sul territorio.
A Roma gli enti religiosi che non pagano tasse in base al Concordato ed alle leggi successive sono i seguenti:
parrocchie 300 (vedi pag. 632)
scuole cattoliche 250 (vedi pag. 2325)
chiese non parr. 200 (vedi pag. 635)
case generalizie 200 (vedi pag. 545
istituti religiosi 90 (vedi pag. 1397)
missioni 50 (pag. 1724)
case di cura 55 (pag. 563
collegi 43 (pag. 700)
monasteri 30 ( pag. 1736)
case di riposo 20 (pag. 546)
seminari 20 (pag. 2341)
ospedali 18 (pag. 1852)
conventi 16 (pag. 744)
oratori 13 (pag. 1842)
confraternite 10 (pag. 744)
case procure 10 (pag. 546)
ospizi 6
Tenendo presente l'incidenza della popolazione di Roma in relazione al totale della popolazione italiana, abbiamo quindi stimato approssimativamente in circa 50.000 il numero degli immobili ecclesiastici presenti in tutta Italia, cifra che è puramente indicativa ma che è certamente più vicina alla realtà della cifra data dal Ministero. Da rilevare soprattutto che ciascun ente ecclesiastico può essere titolare di più immobili.
Pur essendo arduo calcolare esattamente gli stabili irregolari in base alla sentenza di Cassazione citata, anche perché molti non risultano neanche censiti dal catasto, si è stimata una cifra sicuramente non lontana dalla realtà, di circa 30.000 stabili sparsi in tutta Italia, che hanno eluso illegittimamente l’ICI perché vi si esercitava un'attività commerciale.
Ma naturalmente non c'è soltanto l'ICI.
All'ICI bisognerebbe aggiungere l'ammontare dovuto per tutte le altre imposte evase legalmente, sia statali, che comunali (irpef, iva, imposta comunale incremento di valore aggiunto ecc.) nonché per tutte le altre deduzioni benevolmente concesse ad enti ecclesiastici riconosciuti e non riconosciuti. (Si precisa che mi questo caso abbiamo tenuto conto della cifra di circa 40.000, inferiore a 50.000 che n'guardava il numero degli immobili). Certamente allora, la somma complessiva dell'evasione illegale e di quella legalizzata, considerando soltanto gli ultimi dieci anni, e per 4.000 euro ad istituto,non sarebbe inferiore a 3 miliardi e 600.000 milioni di euro (pari a circa 6000 miliardi di lire).
Angelo Quattrocchi e Francesca Santagata – “Il Pastore tedesco”
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