martedì 28 dicembre 2010

Pedofilia: “Ratzinger si oppose alla rimozione di un prete nel 1985″

Lo scrive l’agenzia Apcom: il fatto è accaduto nel 1985, a proposito di un caso del Wisconsin. Replica della Santa Sede: “Ratzinger suggerì prudenza”. Intanto il New York Times ribatte: anche per padre Murphy il Vaticano bloccò il processo. E il giudice canonico è costretto ad ammetterlo.
4505443729 db741ebe66 Pedofilia: Ratzinger si oppose alla rimozione di un prete nel 1985L’Associated Press‘ rende nota l’esistenza di una lettera firmata nel 1985 da Joseph Ratzinger nella quale l’allora prefetto dellaCongregazione per la Dottrina della fede, oggi Papa, faceva resistenza alla riduzione allo stato laicale di un sacerdote pedofilo statunitense, padre Stephen Kiesle, spiegando che ciò avrebbe avuto conseguenze sul “bene della Chiesa universale“. La missiva, ottenuta dall’agenzia stampa statunitense, è parte della corrispondenza tra il Vaticano e la diocesi diOakland. A quanto riferito dall’AP, il Vaticanoha confermato la firma di Ratzinger sulla lettera ma ha rifiutato di commentarne il contenuto.
RIMOZIONE NEGATA – E’ una lettera datata1985 a firma Joseph Ratzinger, allora prefetto per la Congregazione della Fede, e confermata da Padre Federico Lombardi, ma l’ufficio stampa vaticano non ha voluto replicare nel merito sul contenuto, dichiarando che sui “casi singoli” estrapolati dal contesto non c’è nulla da rispondere. Nel 1981 la diocesi americana scrisse per chiedere la rimozione di Padre Kiesle, pedofilo e reo confesso; la Santa Sedeaspettò sei anni a concederla, lasciando il prete a contatto con la parrocchia. Ratzinger, in una lettera, disse di no per le “conseguenze e sulle ripercussioni che il gesto potrebbe avere nei confronti della comunità cattolica“.
LO SVENTURATO RISPOSE – Nella lettera in latino del novembre 1985 Ratzinger scrive che gli argomenti per la rimozione di Kiesle sono “di grande significato” ma aggiunge che tali azioni richiedono attenta revisione e più tempo. Il cardinale chiede al vescovo di assistere Kiesle «con la maggior cura paterna possibile» in attesa della decisione, secondo una traduzione fatta all’Ap daThomas Habinek, classicista della University of Southern California. Ma il futuro papa – sempre secondo l’Ap - notò che la decisione di spretare Kiesle doveva tener conto “del bene della chiesa universale” e del “danno che questa dispensa avrebbe provocato all’interno della comunità dei fedeli, particolarmente in considerazione della sua giovane eta“. Kiesle all’epoca aveva 38 anni.
LA REPLICA DELLA SANTA SEDE - Il sacerdote aveva già avuto problemi con la giustizia: nel 1978era stato condannato a tre anni di libertà vigilata per atti osceni su tre ragazzi nella canonica di una chiesa di San Francisco. Alla fine del periodo di libertà vigilata, il prete aveva chiesto di lasciare il sacerdozio e la diocesi aveva inviato a Roma i documenti necessari. Un avvocato che rappresenta alcune delle vittim di KiesleIrwin Zalkin, ha detto di essere a consecnza della corrispondenza: “Il Cardinale Ratzinger – ha dichiarato all’Ap era più preoccupato di evitare lo scandalo che di proteggere i minori. Questo è un tema centrale“. La Santa Sede decide di replicare adesso cheRatzinger suggerì prudenza, non dispose che il prete rimanesse al suo posto“. E poi se la prende con gli “attacchi” al Papa. L’allora cardinale Ratzinger «non coprì il caso» del giovane prete pedofilo in California nell’85, ma chiese solo di studiarlo con «maggiore attenzione» per il «bene di tutte le persone coinvolte», dice all’ANSA padre Ciro Benedettini, vicedirettore della Sala Stampa Vaticana. «L’allora cardinale Joseph Ratzinger non coprì il caso ma, come si evince chiaramente dalla lettera - ha spiegato padre Ciro fece presente la necessità di studiare il caso con maggiore attenzione, tenendo presente il bene di tutte le persone coinvolte».
E PADRE MURPHY? – Intanto, il reverendo Thomas T. Brundage, prete cattolico che ha fatto da giudice ecclesiastico nel processo della Chiesa di Milwaukee negli anni ‘90 e ha seguito il caso diPadre Murphy, il quale violentò 200 bambini sordiha riconosciuto che gli fu ordinato di fermare i processi nel 1998 dopo una precisa richiesta del Vaticano. Nell’articolo del New York Times su Lawrence Murphy, il prete che per trent’anni abusò di ragazzi sordi, un file di una novantina di pagine  – su cui il quotidiano newyorchese ha basato la sua ricostruzione e la sua accusa – chiamava in causa il Vaticano, accusandolo di aver gestito il caso cercando di ridurre al minimo lo scandalo.
L’ERRORE - Il reverendo Brundage, in un articolo per un giornale cattolico, aveva fatto un distinguo: “Il Vaticano ha incoraggiato l’arcidiocesi di Milwaukee a fermare il processo” del prete pedofilo Murphy, ‘‘ma non ha usato un linguaggio forte e ordinato uno stop”, sosteneva. Il giudice canonico aggiungeva anche di non aver mai visto la lettera di mons. Rembert Weakland, l’arcivescovo di Milwaukee all’epoca dei fatti, che ordinava la sospensione del processo fino a quando non e’ stata pubblicata sul sito del New York Times, insieme agli altri documenti. Ma questa era una bugia. La scorsa settimana un giornale locale ha pubblicato una serie di documenti che dimostrano invece che Brundage sapeva tutto. Tanto da consigliare per iscritto all’arcivescovo come scrivere una lettera per fermare ufficialmente il processo. Il documento del New York Times raccontava come due anni prima che Murphy morisse, i vescovi della zona avevano chiesto al Vaticano di metterlo sotto processo e allontanarlo dal sacerdozio, ricevendo una risposta con l’autorizzazione a procedere soltanto dopo un lungo ritardo. Il reverendo Brundage, giudice canonico incaricato del caso, ascoltò una dozzina di ragazze e sentì anche padre Murphy.
FERMI, BASTA COSI’ - Il Vaticano ordinò ai vescovi di fermare il processo tre mesi prima che il prete pedofilo chiedesse perdono a Ratzinger in una lettera. Ratzinger non rispose, ma in sua veceTarcisio Bertone, oggi segretario di Stato, scrisse una lettera per “consigliare” al vescovo le sole misure pastorali come pena, come mettere restrizioni al ministero di Murphy. Nella riunione vaticana che seguì qualche tempo dopo, Bertone disse che non c’erano abbastanza prove per istituire un processo contro il prete, e propose il ritiro spirituale per lui. Brundage oggi ammette che la storia andò così, e spiega di aver “dimenticato” le circostanze ricordate nei documenti pubblicati su internet, e che quindi il processo fu effettivamente chiuso, non per la sopraggiunta morte di padre Murphy, ma per decisione del Vaticano.

TRATTO DA GIORNALETTISMO
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