sabato 18 dicembre 2010

PEDOFILIA, PRETE CONFESSA: “NON SAPEVO CHE FOSSE UN REATO”


Rafael Sansò RieraSi difende così il sacerdote di una parrocchia di Vilafamés (Spagna), dopo che la Guardia Civil aveva trovato nella sua chiesa oltre 600 gigabyte di materiale pornografico infantile.
Scrive El Mundo che il prete della parrocchia di Vilafamés accusato di distribuzione di materiale pedopornografico ha confessato che: “Non era al corrente che si trattasse di un crimine così grande“. Confinato in un convento dopo il suo arresto, il sacerdote Rafael Sansó Riera ha risposto alle domande dei giornalisti non senza una certa riluttanza ad affrontare un tema “sensibile” che preferisce trattare attraverso il suo avvocato.
600 GB PEDOFILI - Ne avevamo già parlato su Giornalettismo del suo arresto, dopo che la Guardia Civil aveva ritrovato 21.000 files
 di materiale pedopornografico. Il sacerdote, che serviva anche la messa nella parrocchia di La Barona, una frazione di Vall d’Alba (Castellón), faceva da file-sharing in tutto il mondo e, secondo gli investigatori, era uno dei più importanti della Spagna. Dopo aver confessato la sua colpevolezza davanti al giudice e alla diocesi, Rafael Sansó  ha messo il suo futuro di sacerdote “nelle mani della Chiesa e dei ranghi superiori“. Nel frattempo non intende allontanarsi dalla chiesa perché  “una cosa è essere fuori dalla chiesa e un’ altra è lavorare come prete“, ha affermato.
HA CHIESTO PERDONO ALLA CHIESA - Ma Rafael Sansó  garantisce anche che è “a disposizione della giustizia e riferirà ogni due settimane” dopo essere stato arrestato nell’ambito di una operazione internazionale di smantellamento di una rete di distribuzione di pornografia infantile su Internet.  “La prima cosa che ho fatto prima di andare al tribunale è stata quella di confessarmi“ rivela per aggiungere che ha chiesto perdono “alla Chiesa, alla parrocchia e a tutte le persone che ho offeso“.
E LA CHIESA LO HA PERDONATO - Il sacerdote ha chiesto ed ha ottenuto la difesa dell’Arcivescovado, e come dice è “totalmente supportato” dalla Diocesi di Segovia-Castellón, che ha gli ha fornito supporto psicologico e legale. Il vescovo di Castellón, López Llorente, afferma solennemente di “essersi comportato come un padre” e quando gli viene chiesto se il sacerdote ha ottenuto il perdono, ha risposto con un sonoro”naturalmente“. Ma l’opinione pubblica è divisa. La maggior parte dei residenti, dice il sindaco, Luisa Oliver, sono delusi per quella che considerano una ‘doppia vita’ del sacerdote, che ha mostrato grande “disaffezione nei confronti dei bambini“. Il prete comparirà in tribunale ogni due settimane, secondo l’ordine del giudice che lo ha lasciato in libertà vigilata.
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