venerdì 10 dicembre 2010

Padre Maciel,bugie silenzi e complicita':chi lo ha protetto in Vaticano?

Per oltre 60 anni Maciel godette di complicità, protezioni, coperture ed omertà all'interno e all'esterno dei Legionari di Cristo e del Regnum Christi. I suoi accusatori, i biografi indipendenti e la stampa le hanno sempre denunciate, trovando autorevole conferma nel comunicato con cui il 1 maggio 2010 la Santa Sede annunciò l'esito della seconda visita apostolica.

Non è facile distinguere chi (ovviamente ignorando la verità) nutrì una sincera ammirazione per Maciel e la sua congregazione, da chi (conoscendo o no la verità) difese e coprì Maciel, nascondendo informazioni, ostacolando il processo canonico e vanificando le visite apostoliche, perché c’era con Maciel e con alcuni superiori e legionari uno scambio di favori e regali. Questa rete di protezione è ancora attiva e sta lavorando per vanificare l'opera del delegato apostolico.

La congregazione era un eccellente biglietto da visita per Maciel: moderna ed insieme ortodossa, in continua espansione in tempi di crisi delle vocazioni, iperattiva sul piano pastorale e capace di raccogliere notevoli finanziamenti. Dietro questa facciata, Maciel nascondeva la sua doppia vita di pedofilo e tossicodipendente, le sue relazioni sentimentali, le sue paternità, l'abuso dei beni della congregazione e gli abusi amministrativi e psicologici denunciati da molti ex legionari.
Nell'agosto del 2009, l'avvocato messicano Josè Bonilla (che ha rappresentato tre fratelli messicani dei quali due sono figli naturali e il terzo è figlio adottivo di Maciel) dichiarò alla CNN che alcuni superiori dei Legionari di Cristo (tra cui Alvaro Corcuera, Luis Garza ed Evaristo Sada) e i legionari più vicini a Maciel (in particolare la maggioranza dei segretari personali) erano al corrente della doppia vita di Maciel da molti anni.

Nel novembre del 2009 il vicario generale dei Legionari di Cristo, Luis Garza, confermò la tesi di Josè Bonilla. In una conferenza riservata ai legionari Garza rivelò che alcuni superiori e i legionari più vicini a Maciel conoscevano la verità almeno dagli anni '90[89]. In un successivo colloquio con alcune consacrate laiche del Regnum Christi Garza aggiunse che ogni aspetto della doppia vita di Maciel era ben noto ad alcuni legionari. Garza chiamò in causa i legionari Alfredo Torres[90], John Devlin[91] e il superiore generale Alvaro Corcuera (tra i più attivi nell'occultare la verità)[92].

Il resoconto del colloquio fu pubblicato solo nel luglio del 2010. Garza lo smentì ribadendo la versione ufficiale della congregazione (nessuno degli attuali superiori della Legione era al corrente della doppia vita di Maciel nè fu suo complice e la verità emerse a poco a poco solo dopo la sua morte), ma esiste una registrazione del colloquio che smentisce Garza.

Nel settembre del 2009, i superiori provinciali di Atlanta e New York, Scott Reilly e Julio Martì, ammisero in una lettera[93] inviata ai laici del Regnum Christi che i superiori sapevano della figlia di Maciel (quella riconosciuta dalla congregazione) almeno dal 2005 (senza chiarire come lo avessero scoperto) e ammettevano indirettamente la pedofilia di Maciel. Lettere simili furono inviate anche dal superiore provinciale della Spagna, Jesus María Delgado,[94] e da quello della Germania, Sylvester Heereman, ma senza riferimenti alla pedofilia.

Per quasi 60 anni dunque alcuni legionari avrebbero continuato ad alimentare il mito di Maciel verso i loro confratelli e i laici del Regnum Christi, a smentire accuse che sapevano vere[95] (Maciel era perseguitato dai nemici della Chiesa e la congregazione attaccata per colpire Giovanni Paolo II[96]), a denigrare le vittime di Maciel (definiti ex membri della congregazione ingrati e rancorosi) ed a non collaborare con il Vaticano. La sanzione disciplinare del 2006 fu presentata ai legionari e ai laici del Regnum Christi come un'ulteriore persecuzione (Benedetto XVI era stato ingannato o era complice).

La morte di Marcial Maciel fu annunciata dai Legionari di Cristo usando le stesse parole con cui mons. Leonardo Sandri aveva annunciato la morte di Giovanni Paolo II: un santo era tornato alla casa del Padre[97]. Delle sue ultime ore di vita fu fatta ai legionari e ai membri del Regnum Christi la solita narrazione mitica.

Anche dopo il riconoscimento di una figlia di Maciel nel marzo del 2009, a molti legionari e laici del Regnum Christi continuò ad essere più o meno nascosta la verità. In nessuna comunicazione o dichiarazione dei superiori generali (nemmeno nel comunicato del 25 marzo 2010) furono indicati i reali motivi per cui la Santa Sede aveva deciso la visita apostolica del 2009. La stessa visita apostolica non fu comunicata nella sua realtà di ispezione vaticana[98]. I legionari ricevettero invece una FAQ di risposte predefinite da dare a chi gli facesse domande sulla questione, da usare anche con i visitatori apostolici[99]. Tuttora la nomina del delegato apostolico non è presentata come un commissariamento, ma come un segno dell'affetto del papa per la congregazione[100].

Un'altra questione delicata riguarda gli amici influenti che Maciel ebbe e che i Legionari di Cristo hanno ancora nella Curia romana[101]. Il seminarista legionario Dominguez nella sua lettera del 1954 scrisse dell'abitudine di Maciel di procurarsi queste amicizie con favori e regali. Questa abitudine divenne nel tempo una strategia aziendale che continua anche oggi.

Giovanni Paolo II fu fino al 1999 un sostenitore di Maciel e della sua congregazione. Questo sostegno è un ostacolo alla sua beatificazione: la Congregazione per le Cause dei Santi sta cercando di stabilire quanto Papa Wojtyla sia stato progressivamente informato delle accuse contro Maciel. Bisogna anche tener presente che nella Polonia comunista l'accusa di pedofilia era uno dei mezzi usati dal regime per diffamare sacerdoti scomodi. Il suo segretario personale e attuale vescovo di Cracovia, Stanisław Dziwisz, è tuttora molto vicino ai Legionari di Cristo e può aver filtrato alcune informazioni. Dal 1999 l’atteggiamento di Giovanni Paolo II nei confronti di Maciel cambiò e nel 2004 autorizzò la Congregazione per la dottrina della fede a riaprire le indagini che porteranno alla sanzione disciplinare del 2006.

Nell'aprile del 2010, Jason Berry, il giornalista che con Gerald Renner riaprì nel 1998 il caso Maciel, scrisse due articoli sul National Catholic Reporter[102], descrivendo un uso diffuso da parte dei Legionari di Cristo di regali in beni e denaro ad alcuni prelati della Curia romana. Berry, le cui fonti sono ex legionari (alcuni sono citati) chiamò in causa l'ex Segretario di Stato di Giovanni Paolo II Angelo Sodano, il suo segretario personale Stanisław Dziwisz e gli ultimi due prefetti della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, Eduardo Martínez Somalo e l'attuale, Franc Rode. Denaro fu offerto anche all'allora cardinale Ratzinger, che non lo accettò. I prelati che accettavano le attenzioni della congregazione erano definiti amigos de la Legion.

Angelo Sodano fu uno dei più forti sostenitori di Maciel. Sodano intervenne presso le autorità italiane per ottenere le varianti necessarie alla costruzione dell'Ateneo Regina Apostolorum. Intervenne ancora quando la Congregazione per l'educazione cattolica della Santa Sede non riconobbe l'Ateneo come università pontificia[103]. Un suo nipote fu assunto dai Legionari di Cristo come consulente della costruzione[104]. (Cfr. inoltre la sezione Il provvedimento disciplinare del 2006). Nel 2010 First Things (un'importante rivista cattolica statunitense) accusò Sodano di aver ricevuto per molti anni soldi e benefit dai Legionari di Cristo per i suoi progetti e di aver bloccato nel 1998 le inchieste sugli scandali sessuali di Maciel. First Things ne chiese espressamente le dimissioni o la rimozione dalla carica di decano del collegio cardinalizio[105].

Anche il cardinale Franc Rode fu un amico personale di Maciel ed è tuttora molto vicino ai Legionari di Cristo[106]. Per questo la seconda visita apostolica del 2009 fu inviata dalla Segreteria di Stato e non (come avrebbe dovuto essere) dalla Congregazione che egli presiede. Rodè fu comunque uno dei cardinali chiamato ad assumere la decisione finale sulla congregazione al termine della seconda visita apostolica e si adoperò per evitarne lo scioglimento






* Alfonso Torres, La prodigiosa aventura de los Legionarios de Cristo, Madrid, Foca ediciones y distribuciones generales S.L., 2001. ISBN 84-95440-12-1* Jesús Colina, La mia vita è Cristo. Jesus Colina intervista Marcial Maciel, Roma, Edizioni Art, 2004. ISBN n.d.* Salvador Guerrero, Fernando M. González, Jorge Erdely, Paloma Escalante, Elio Masferrer, César Mascareñas, El círculo del poder y la espiral del silencio. La historia oculta del Padre Marcial Maciel y los Legionarios de Cristo, Città del Messico, Grijalbo, 2004. ISBN 970-05-1754-3* Angeles Conde, David J. P. Murray, Legionari di Cristo, Roma, Edizioni Art, 2006. ISBN 88-7879-029-X* Jason Berry, Gerald Renner, I Legionari di Cristo: abusi di potere nel papato di Giovanni Paolo II, Roma, Fazi, 2006. ISBN 88-8112-748-2* Fernando M. González, Marcial Maciel. Los Legionarios de Cristo: testimonios y documentos inéditos, Città del Messico, Editorial Tusquets, 2006. ISBN 970-699-150-6* J. M. Marcos Ruiz, La orden maldita. La historia oculta de los Legionarios de Cristo, Barcellona, El Aleph, 2007. ISBN 978-84-7669-760-3* Andrea Insunza, Javier Ortega, Legionarios de Cristo en Chile: Dios, dinero y poder, Santiago del Cile, Copa Rota, 2008. ISBN 978-956-8523-28-2
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