Libro nero della pedofilia nel clero italiano
Sul fenomeno della pedofilia ad opera del clero in Italia gli unici dati ufficiali al momento disponibili sono quelli forniti tre giorni fa dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata (nella foto). Durante i lavori della 61/esima assembla generale dei vescovi, Crociata ha riferito di un «centinaio» di procedimenti canonici avviati «nell’ultimo decennio» contro sacerdoti. Casi sui quali comunque, come ha spiegato il presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco, la stessa conferenza episcopale non è in grado di fornire ulteriori dettagli circa aspetti come il numero delle vittime o l’esito delle conclusioni delle indagini ecclesiastiche. Di certo, tra questi casi canonici ce ne sono molti che,balzati agli onori delle cronache, hanno destato clamore e sgomento tra l’opinione pubblica. È il caso di don Ruggero Conti, parroco della Natività di Santa Maria Santissima a Roma, accusato di avere abusato tra il 2002 e il 2006 di alcuni giovani parrocchiani quando era alla guida della chiesa e il cui processo civile è ora in corso. Oppure quello di don Lelio Cantini, sacerdote fiorentino accusato a partire dal 2004 di «abusi sessuali pluriaggravati e continuati su minori» in un processo civile e ridotto allo stato laicale dal Papa nel 2008. Di appena pochi giorni fa è invece la notizia dell’arresto di don Domenico Pezzini, sacerdote 75enne della diocesi di Lodi, operante da quarant’anni a Milano, da sempre vicino alla comunità cattolica gay, accusato di aver abusato, tre anni fa, di un ragazzo straniero di tredici anni. In ambito canonico, nell’aprile scorso, è stato il vescovo di Savona-Noli, mons. Vittorio Lupi, a prendere provvedimenti nei confronti di un sacerdote della sua diocesi accusato di pedofilia. Il vescovo lo ha allontanato dall’esercizio delle funzioni.
Un procedimento civile in corso è invece quello a carico, ad Arese, di don Marco Redaelli, sacerdote per il quale il pubblico ministero ha chiesto 5 anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una bimba di dieci anni.In mancanza di dati ufficiali, i conti sul fenomeno della pedofilia nel nostro Paese hanno provato a farli alcune agenzie come l’Adista che in un documento del 2006 riferisce di una lunga serie di casi in tutta Italia, da Foggia a Napoli, da Ferrara a Torino, da Genova a Milano a partire dal 2000. Più lontano nel tempo ma emerso in tutta la sua tragicità solo in questi mesi è invece il caso dell’Istituto per sordomuti «Antonio Provolo» di Verona. Dalle denunce recenti di una associazione di famiglie di allievi è emerso un terrificante quadro di abusi e sevizie operate trent’anni fa dai religiosi nei confronti di 67 alunni, minori ancora più incapaci di difendersi a causa dell’handicap fisico.
FONTE
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=2091&ID_sezione=524&sezione
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