lunedì 20 dicembre 2010

Gay, Vaticano ribadisce il no all'Onu "Così si crea parità con eterosessuali"

La Santa Sede dopo le polemiche dei giorni scorsi puntualizza la sua posizione
"Non accadrà mai che la Chiesa metta le coppie sullo stesso piano"


Gay, Vaticano ribadisce il no all'Onu "Così si crea parità con eterosessuali"
Manifestazione contro l'omofobia del Vaticano
CITTA' DEL VATICANO - Il Vaticano non è a favore della criminalizzazione dei gay, ma è convinto che l'iniziativa lanciata dall'Onu per depenalizzare l'omosessualità nei paesi che ancora la considerano un crimine da punire in alcuni casi anche con la pena di morte equivale a mettere le coppie gay sullo stesso piano di quelle eterosessuali e questo per la Chiesa è inammissibile.

A puntualizzare la posizione della Santa Sede, dopo le dure accuse partite verso il tentativo delle Nazioni Unite di avviare una campagna internazionale sul tema, è stato stamane il direttore della sala stampa vaticana, Federico Lombardi. "Il documento della Francia non è stato ancora presentato e dunque bisogna chiarire di che cosa si tratta, perché nessuno ha pubblicato ufficialmente un testo. Per questo - ha aggiunto - non è il caso di costruire polemiche su un oggetto che non è chiaro".

A precisare ulteriormente il punto di vista della Chiesa ci ha pensato poi il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il cardinale Renato Raffaele Martino. "Si vorrebbe che la Santa Sede mettesse sullo stesso piano le coppie gay e quelle eterosessuali, posso assicurarvi che questo non accadrà", ha affermato il prelato.

Il cardinal Martino ha poi attaccato le politiche di prevenzione dell'Aids basate sulla pubblicizzazione e diffusione dell'uso dei profilattici. "Sappiamo bene - ha detto il religioso - che quello del preservativo non è un rimedio tuttofare, perché anche quello non è al cento per cento sicuro nella prevenzione. Ma soprattutto - ha aggiunto - occorre l'educazione a un uso responsabile della sessualità, a una paternità e maternità responsabili. Quando uno è motivato moralmente allora evita tante cose, come abbiamo sempre predicato".

"In Africa - ha precisato ulteriormente su questo tema il segretario del Pontificio consiglio, monsignor Giampaolo Crepaldi - manca tutto ma non i preservativi: il problema è l'esercizio della sessualità, che non va staccato dalla persona, non è un atto meccanico, ma deve essere un'esperienza totale. La grande sfida - ha concluso - è sviluppare la persona in tutti i suoi elementi". 
(11 dicembre 2008)

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