mercoledì 18 maggio 2011

GIOVANNI PAOLO II E QUEL PRETE PEDOFILO PROTETTO E DIFESO FINO ALL’ ULTIMO RESPIRO


Giovanni Paolo II e Maciel
Sono passati pochi giorni dalla beatificazione di Papa Wojtyla, ma sulla sua figura c’è l’ombra di uno scandalo. E un nome che rimbomba: quello di Maciel Degollado e dei Legionari di Cristo.
La beatificazione di Giovanni Paolo II è avvenuta a tempo di record. e questo, secondo Newsweek (l’articolo è di John Allen del National Catholic Report), è molto strano.

UNA FABBRICA DI SANTI – Alcuni hanno contestato la velocità della canonizzazione, viste anche le domande rimaste senza risposta sulla gestione di Giovanni Paolo II della crisi-degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica. Papa Woytjla ha presieduto una fabbrica dei santi senza precedenti, producendo più beatificazioni (1.338) e canonizzazioni (482) di tutti i papi precedenti messi insieme, e dal momento che la tradizione cattolica riconosce 263 papi prima di lui, è impresa non da poco. Ma questo è stato il frutto di una strategia ben precisa, che ha portato Giovanni Paolo a rivoluzionare il processo di canonizzazione durante il suo pontificato, eliminando l’istituzione dell’”avvocato del diavolo”, colui che deve raccogliere prove a sfavore del “candidato” per portarle all’attenzione di chi deciderà. Il suo scopo era chiaro: mostrare al mondo secolarizzato che la santità c’è ancora.
UN PROCESSO DEMOCRATICO? - Quasi sempre Wojtyla ha beatificato figure del ventesimo secolo. Eppure la causa di Giovanni Paolo II è anche un promemoria, almeno per alcuni, del perché aspettare un po ‘di tempo non è sempre una cosa brutta. In teoria, la santità si suppone che sia un processo democratico, che comincia da un sentimento popolare dal basso. Ed è innegabile che nel suo caso questa ci sia stata: è stato il papa del crollo del comunismo, e già al suo funerale si gridava “Santo subito”. I cardinali che si sono riuniti per eleggere il prossimo papa hanno firmato una petizione per chiedere di rinunciare al normale periodo di cinque anni per avviare una causa, che Benedetto XVI ha rapidamente soddisfatto. Oggi, tuttavia, che l’entusiasmo è stato temperato dalle rivelazioni sul ruolo del papa nello scandalo dei preti pedofili, qualche perplessità c’è.
IL CASO DEGOLLADO – Il più clamoroso, ricorda Newsweek, è quello del sacerdote messicano padre Marcial Maciel Degollado, fondatore del controverso ordine conservatore dei Legionari di Cristo. Giovanni Paolo II fu un grande mecenate di Maciel, di cui ammirava la fedeltà non apologetica, la sua fedeltà a Roma e il papato, e il suo successo nel generare vocazioni tra i giovani cattolici. Eppure, nella metà degli anni 1990, le inchieste hanno cominciato a far emergere che il volto pubblico di Maciel nascondeva una vita privata profondamente sbagliata. Una denuncia è stata presentata a Roma presso l’ufficio guidato dal cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, nella quale si affermava che Maciel aveva abusato sessualmente di un certo numero di ex membri dell’ordine. Tale causa è stata dimenticata fino alla fine del 2001, e nessuna azione è stata adottata fino alla morte di Giovanni Paolo II. Anche quando Ratzinger cominciò a convincersi che ci fosse fuoco dietro tutto quel fumo, altri vicini a Giovanni Paolo II si misero di traverso: erano persone con cui il Legionario era in grande familiarità: Newsweek non lo dice, ma il nome più grande è quello del cardinale Angelo Sodano. Maciel ha accompagnato Giovanni Paolo II in diversi viaggi all’estero: il dipartimento più potente del Vaticano, la Segreteria di Stato, ha negato che ci fossero inchieste contro Maciel, proprio mentre Ratzinger si convinceva della sua colpevolezza.
LA PUNIZIONE - Sotto il nuovo papa, la diga si è rotta . Nel maggio del 2006 Benedetto XVI ha ordinato a Maciel di ritirarsi a una vita di “preghiera e penitenza”, e i Legionari hanno riconosciuto la sua responsabilità per una vasta gamma di abusi e atti di cattiva condotta, compresa quella che generò figli fuori dal matrimonio con almeno due donne con la quali ha mantenuto rapporti. Agli occhi dei critici, il caso Maciel illustra un modello di negazione e di intralcio alla giustizia in materia di abusi sessuali da parte di Giovanni Paolo II. Nei casi in cui i vescovi locali tentarono di espellere coloro che abusavano formalmente dal sacerdozio, in un processo noto come “laicizzazione”, spesso Roma consigliava cautela. Le autorità vaticane chiudevano un occhio e non obbligavano i vescovi a riferire alle autorità civili sui caso. “La misura in cui tale modello è stato invertito con Benedetto XVI può essere aperta al dibattito”, dice Newsweek, ma le responsabilità di Karol Wojtyla sono innegabili.
IL DUBBIO  E LE CERTEZZE – Coloro che optano per dare Giovanni Paolo il beneficio del dubbio sostengono che è ingiusto giudicarlo per gli standard odierni. Inoltre, dicono, quando gli scandali scoppiarono e la colpa di Maciel fu chiara, il Papa era già in punto di morte. Il suo contributo principale alla lotta contro la piaga degli abusi clericali, sostengono, ha ispirato una nuova generazione di sacerdoti consacrati e santi, uomini che hanno preso il dovere di stare “nella persona di Cristo” sul serio. Il Vaticano nega che dichiarare un santo equivale a ratificare tutte le scelte politiche del suo pontificato. Quando papa Pio IX è stato beatificato nel 2000, per esempio, i funzionari del Vaticano si preoccuparono di dire che il gesto non voleva significare l’approvazione della sua politica ebraica. I pellegrini e devoti che hanno affollato Piazza San Pietro il primo maggio sono stati senza dubbio grati per la possibilità di recuperare la “magia” di Giovanni Paolo II. Altri, invece,si sono chiesti e sicuramente si chiederanno se non fosse questo il caso in cui la leggendaria lentezza del Vaticano nelle decisioni non fosse da confermare.

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