mercoledì 22 dicembre 2010
Eco: “Grazie al Vaticano il mio libro venderà 100mila copie in più”
Con ‘Il Cimitero di Praga’, lo scrittore si è, ancora una volta, attirato le critiche degli ambienti ecclesiastici. Ma il suo romanzo in Italia ha già venduto 600mila copie.
Umberto Eco, ancora una volta protagonista del dibattito negli ambienti ecclesiastici italiani critici verso il suo romanzo “Il cimitero di Praga” che descrive l’anti-semitismo dei Gesuiti e i mali della religione e del fanatismo religioso, è stato intervistato a Madrid da El Mundo.
QUELLO ZOMBIE DI BERLUSCONI - Questa mattina, lo scrittore semiologo italiano minimizza il problema. “Le critiche dell’ Osservatore Romano riusciranno a far vendere 100.000 copie in più del libro“, ha detto con la stessa ironia con cui ha riflettuto: “Io non capisco come un lavoro come questo, con un protagonista così ostile, abbia già venduto 600.000 copie nel mio paese. Forse sono tutti impazziti, può essere. Votano Berlusconi“. Nel corso dell’incontro con i media, riporta El Mundo, lo scrittore non ha potuto evitare le domande sull’attualità politica italiana che sta facendo nelle ultime ore il giro del mondo. Così quando un giornalista gli ha chiesto, riferendosi al primo ministro Silvio Berlusconi: “Pensi che sia in declino, che sia una specie di cadavere politico?”,Eco ha risposto: “Tra il cadavere e il vivo c’è il vampiro, uno zombie, un non morto molto pericoloso“.
IL CIMITERO DI PRAGA E QUELLO DEL BUONSENSO - “Denunciare l’antisemitismo mettendosi nella parte degli antisemiti non serve a smascherarli, ma solo a suscitare un crescente disgusto per la narrazione”. Dario Ferri se n’era già occupato su Giornalettismo, non era stato tenero il giudizio di Lucetta Scaraffia dalle pagine dell’Osservatore Romano che, in un articolo intitolato “Il voyeur del male”, criticava l’ultimo romanzo dello scrittore. E in perfetto stile inquisitorioaggiungeva: “Noioso, farraginoso, di difficilissima lettura”, e per di più realizzato saccheggiando “il bel libro di Norman Cohn, questo sì di lettura avvincente come un romanzo, che ricostruisce minuziosamente la storia della fabbricazione dei Protocolli”, tanto che a Eco verrebbe da chiedere “che senso ha, allora, questa ricostruzione che già è stata fatta?”.
IL MONDO DOPO DOPO WIKILEAKS - El Mundo, invece, che è un quotidiano conservatore e non certo progressista, giudica ”Il Cimitero di Praga”, pubblicato da Lumen in Spagna, un romanzo molto particolare, con la struttura del diario e la profondità del saggio. Il suo protagonista, il capitanoSimonini, è un uomo che esercita l’arte dell’ odio e che si dedica allo sviluppo di documenti falsi per venderli al miglior offerente. L’azione inizia all’epoca di Garibaldi e si concentra sulle origini e l’evoluzione dell’ odio verso il popolo ebraico, ma in esso il lettore trova molte similitudini con il mondo di oggi. Si parla, naturalmente di spionaggio, di segreti, di contraffazione, di cospirazione. Non poteva immaginare Umberto Eco che la realtà sarebbe stata attualmente caratterizzata dalle rivelazioni di Wikileaks. “Finora eravamo nell’universo di Orwell, dove un occhio, una sola potenza, sapeva quello che stavano facendo tutti i cittadini, ma ora ci sono i cittadini che controllano il potere e non possiamo ignorare che il potere impone una certa riservatezza, confidenzialità“, dice Eco. “Tutto questo è qualcosa di nuovo. Non sappiamo cosa succederà. Può essere che si torni ai messaggeri a cavallo tra i boschi che portano i messaggi a voce”, ha osservato con ironia l’autore del celebre ‘Il nome della rosa”.
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